Il diplomatico cinese parla, in un'intervista a Tribuna economica, dei rapporti tra il nostro paese e la Repubblica Popolare cinese
“L’attuale crescita economica mondiale è lenta e in alcuni Paesi dilagano l’unilateralismo e il protezionismo. L’apertura porta progresso, mentre la chiusura porta arretratezza. Cina e Italia, essendo importanti economie mondiali, sono promotrici attive e beneficiarie della globalizzazione economica”. Così l’Ambasciatore di Cina Jia Guide in un’intervista a Relazioni internazionali di Tribuna economica. “La Cina – spiega – intende collaborare con l’Italia per continuare ad approfondire la cooperazione pragmatica con atteggiamento aperto, espandere il commercio bilaterale e gli investimenti bidirezionali e, cogliendo le opportunità offerte dal 55esimo anniversario relazioni diplomatiche, che ricorre quest’anno, promuovere la cooperazione sino-italiana, per ottenere nuovi risultati e lavorare insieme per dare un contributo utile alla prosperità e allo sviluppo dell’economia mondiale”.
“Nel 2024, il volume degli scambi commerciali bilaterali ha raggiunto i 72,465 miliardi di dollari, superando per quattro anni consecutivi i 70 miliardi di dollari .-aggiunge l’ambasciatore – Inoltre, è entrata in funzione la prima nave da crociera di grandi dimensioni costruita congiuntamente dai due Paesi, è stato ufficialmente inaugurato a Shanghai, il Parco Industriale Cina-Italia per l’Innovazione e la Cooperazione, sono proseguiti senza intoppi gli investimenti e l’insediamento in Cina della fabbrica di un’azienda italiana di semiconduttori e imprese di entrambe le parti hanno raggiunto una serie di intenti di cooperazione nel campo delle energie pulite”. Quanto al settore auto “L’Italia è una potenza dell’industria automobilistica europea e ci sono ampie prospettive di cooperazione tra Cina e Italia nel settore dei veicoli elettrici. La Cina spera che l’Italia mantenga una posizione obiettiva ed equa, svolga un ruolo costruttivo nel risolvere prima possibile in modo adeguato le tensioni economiche e commerciali tra Cina e Ue e aumenti la fiducia e la motivazione delle aziende cinesi di veicoli elettrici a investire in Italia e in Europa”.
L’Unione europea, ricorda l’ambasciatore di Pechino, “ha insistito nell’imporre dazi elevati sui veicoli elettrici cinesi, che è una tipica pratica protezionistica. Il rapido sviluppo dell’industria cinese dei veicoli elettrici si basa sull’innovazione tecnologica, su un perfetto sistema di produzione e catena di approvvigionamento e su una piena concorrenza di mercato, facendo affidamento sulle competenze reali più che sui cosiddetti “sussidi”. Anche l’argomentazione relativa alla “sovracapacità” è insostenibile. Che ogni Paese esporti prodotti in cui ha vantaggi comparati è il principio fondamentale del commercio internazionale. Nel 2024, le esportazioni di veicoli elettrici cinesi hanno rappresentato solo il 10% della produzione totale, mentre l’80% della produzione automobilistica tedesca e il 25% di quella degli Stati Uniti sono stati esportati: dovremmo accusare di sovracapacità anche questi Paesi”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata