Si tratta dello scenario del "terremoto", l'ipotesi più grave, con le tariffe al 20%: il settore più impattato sarebbe la manifattura
Confindustria lancia l’allarme: se non saranno scongiurate le ipotesi più gravi di dazi reciprochi tra Stati Uniti ed Europa, la crescita del Pil italiano rischia di essere dimezzata rispetto alle previsioni iniziali, al +0,3% nel 2025. Lo ha detto Alessandro Fontana, direttore del Centro studi dell’associazione di categoria degli industriali italiani, in audizione sul Documento di Finanza Pubblica alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Fontana ha spiegato che le previsioni di Confindustria sul Pil 2025 e 2026 non sono lontane da quelle del Dfp, ma con i dazi al 20% la crescita sarebbe più contenuta: 0,3% nel 2025 e 0,6% nel 2026. Si tratta dello scenario che viene definito del “terremoto dazi” sulle filiere produttive globali.
Oggi #Confindustria è stata sentita in audizione sul #DFP2025 davanti alle Commissioni Bilancio di Senato e Camera, con il Direttore del Centro Studi Alessandro Fontana. Al centro, l’impatto dei #dazi USA: l’#export verso gli Stati Uniti attiva il 7% della #produzione… pic.twitter.com/vm4E1MBz81
— Confindustria (@Confindustria) April 17, 2025
Confindustria: la manifattura sarebbe il settore più impattato
L’export verso gli Usa ha dato il contributo maggiore all’aumento delle esportazioni italiane negli ultimi 5 anni, sottolinea il Centro Studi di Confindustria: la decisione di Trump sui dazi è storica e comporta una profonda revisione della struttura degli scambi (cresciuti 2,6 volte in 40 anni) e della produzione a livello globale. L’export verso gli Usa attiva il 7% della produzione manifatturiera italiana (circa 90 mld) in modo diretto e indiretto. La manifattura sarebbe il settore più impattato dai dazi, visto che rappresenta il 99,1% dell’export di beni verso gli Usa nel 2024.
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