Islamabad (Pakistan), 13 lug. (LaPresse/AP) – I funzionari pakistani e alcune organizzazioni internazionali per la salute hanno espresso la loro preoccupazione oggi, per la notizia non confermata che la Cia abbia organizzato un programma di vaccinazioni fasullo mirato a ottenere, tramite Dna, le prove della presenza di Osama bin Laden ad Abbottabad, rovinando così i progetti di immunizzazione del Paese. Questi timori sono particolarmente alti per via del crescente problema della polio. Il Pakistan è infatti l’unica nazione del mondo che l’anno scorso ha registrato un aumento nei casi di poliomelite ed è il Paese in cui la malattia incide maggiormente in tutto il mondo.
I programmi di vaccinazione per combattere la polio e altre malattie in Pakistan sono già messi a rischio dai combattimenti con i miliziani islamici, che bloccano l’accesso ai collaboratori sanitari in diverse zone. Alcuni comandanti talebani hanno inoltre detto che i vaccini sono contro l’Islam. A inizio settimana il quotidiano inglese The Guardian aveva dato la notizia che la Cia aveva arruolato un medico pakistano, per eseguire una serie di vaccinazioni contro l’epatite B ad Abbottabad a marzo, per ottenere il Dna dei figli di Bin Laden e ottenere così la prova che il leader islamico fosse lì. Il quotidiano ha scritto che non si sa se il piano abbia contribuito a confermare la presenza di Bin Laden, ma ha citato una fonte secondo cui il tentativo sarebbe fallito. Gli Usa erano poi andati avanti con le loro operazioni, arrivando fino al famoso raid del 2 maggio. La Cia ha rifiutato di rilasciare commenti sulla questione.
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