Washington (Usa), 15 lug. (LaPresse) – “Quella che abbiamo è un’opportunità unica di fare qualcosa di grande e stabilizzare l’economia statunitense per decenni”. Così il presidente Barack Obama si è rivolto al Paese e ai giornalisti riuniti a Washington per ascoltare dalla sua bocca gli ultimi sviluppi sulla questione del debito e le speranze di trovare un accordo prima del 2 agosto. Obama, per l’ennesima volta, con la terza conferenza stampa in due settimane, si è detto pronto a “scendere a compromessi”, ma ha anche detto di aspettarsi “che tutti lo facciano, per gli interessi degli americani”.
Il punto su cui più ha battuto il presidente Usa è stato quello dei tagli. Necessari, certo, ma mirati. “Se pensiamo di riuscire a risparmiare senza toccare i redditi – ha detto con un chiaro riferimento alle posizioni repubblicane – non siamo sulla giusta strada. Ma si devono chiedere sacrifici a coloro che hanno redditi più alti. Le compagnie petrolifere ad esempio hanno avuto tagli alle tasse di cui non avevano bisogno”. Ma anche realtà come le compagnie farmaceutiche.
È una sfida per il futuro quella si sente sulle spalle l’inquilino della Casa Bianca. Le scelte, ha sottolineato più volte anche nei giorni scorsi, non devono guardare solo al breve termine, ma ben più in là. “Faremo vedere agli americani che possiamo fare qualcosa di importante. I repubblicani hanno detto che non vogliono toccare i redditi, la mia speranza è che ascoltino non solo le lobby ma anche il popolo. Sondaggio dopo sondaggio si vede che non solo i democratici vogliono un accordo bilanciato. La maggioranza degli elettori repubblicani pensa che questo tipo di pacchetto debba includere anche i redditi. Lo dice pure una commissione bipartisan. È una questione che capiscono tutti. Non dobbiamo chiedere sacrifici solo alla classe media”.
Mettere da parte la politica e gli interessi di partito, dunque. Obama è stato duro, ma ha voluto mostrare più possibile un’apertura con i suoi avversari politici. “Il Congresso degli Stati Uniti – ha detto – deve presentare un serio piano sulla riduzione del deficit e sul debito entro 24 o al massimo 36 ore. Il tempo sta scandendo. Ho detto ai membri del Congresso che ho bisogno di piani interessanti per sistemare la crisi del debito. Se mi mostreranno un piano intelligente sono pronto a muovermi e spero che nei prossimi due giorni ci sia una rottura dell’empasse, perché gli americani vogliono vedere che Washington fa il suo lavoro”.
Il presidente ha ribadito di essere pronto anche a ritoccare a livello strutturale i programmi Medicare e Social Security. A pagare, a sacrificarsi, dovrebbero però essere le persone che più se lo possono permettere. Le modifiche al programma Medicare, dunque, potrebbero prevedere tagli per i beneficiari più abbienti. “Cose come questa sarebbero appropriate. Questo potrebbe fare la differenza”, ha spiegato Obama, aggiungendo: “Non c’è bisogno di tagliare le speranze dei ragazzi che vogliono andare al college, oppure i sussidi alle famiglie delle persone disabili. Non dobbiamo dimenticarci dei nostri veterani. Così come non sono necessari aumenti delle tasse per la classe media. Dobbiamo agire in modo responsabile”.
Amministratori ed economisti sostengono che se gli Usa non riuscissero ad alzare il limite del debito entro la deadline del 2 agosto e iniziassero a non pagare più gli assegni, la fragile economia cadrebbe in una crisi che potrebbe ripercuotersi in tutto il mondo. Ma il presidente non si abbatte e i colloqui continueranno. “Io – ha detto Obama con un sorriso – ho sempre speranza. Non vi ricordate la mia campagna elettorale?”.
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