Gerusalemme, 22 lug. (LaPresse/AP) – “Ogni cosa è sul tavolo. Ma abbiamo bisogno di andare a quel tavolo. Sono pronto ora a negoziare con il presidente Abbas direttamente per la pace tra i nostri due popoli. Lo possiamo anche fare qui nella mia casa di Gerusalemme, lo possiamo fare a Ramallah, lo possiamo fare ovunque”. Così il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante un’intervista all’emittente Al-Arabya, rispondendo a domande poste da cittadini arabi tramite YouTube. Si è trattato della prima intervista faccia a faccia con un media arabo da quando Netanyahu è diventato premier due anni fa. Il primo ministro ha aggiunto di aver realizzato che dovrà scendere a “difficili compromessi per la pace”, ma ha offerto pochi dettagli in merito.

Nell’intervista Netanyahu ha poi parlato anche della Siria. “Non stiamo intervenendo, ma questo non vuol dire che non siamo preoccupati. Vorremmo che al confine israelo-siriano la situazione rimanesse pacifica e tranquilla e vorrei infine che questo si trasformasse in una pace formale tra lo Stato ebraico e la Siria”. “Sapete – ha aggiunto – che tutto quello che dirò sarà usato non contro di me, ma contro il processo di riforme genuine richiesto dal popolo siriano. Penso che la gente, i giovani in Siria, meritino un futuro migliore. Se nel mondo arabo ci sarà una vera democrazia, allora ci sarà una vera pace, perché una vera democrazia riflette i desideri del popolo. E la maggior parte dei popoli, arabi, ebrei e altri, non vuole che i loro figli e le figlie muoiano sui campi di battaglia”. Il premier israeliano ha infine affermato che “se il mondo arabo andrà verso una dittatura in stile iraniano, come è successo in Libano, allora sarà negativo, per i popoli, ma anche per la pace”.

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