Il Cairo (Egitto), 3 ago. (LaPresse/AP) – “Nego completamente tutte le accuse”. Con queste poche parole, pronunciate durante la prima udienza del processo che lo vede imputato, l’ex presidente egiziano Hosni Mubarak si è dichiarato non colpevole delle accuse di corruzione e complicità nell’uccisione di manifestanti durante la repressione condotta dalle forze di sicurezza del suo governo a inizio anno. Portato in aula in barella, Mubarak, che ha governato l’Egitto per 30 anni, ha potuto così assistere al primo appuntamento del processo che lo vede alla sbarra assieme ad altre nove persone, tra cui i figli Gamal e Alaa, e l’ex ministro dell’Interno.

Quella di oggi è stata la prima apparizione in pubblico dell’ex presidente egiziano dal 10 febbraio, il giorno precedente alla sua caduta. Al termine dell’udienza il giudice ha riaggiornato il processo al 15 agosto e ha disposto che l’ex rais venga controllato da un oncologo. L’ordine del giudice sembra confermare le voci che si rincorrono da mesi, secondo cui l’ex presidente, 83 anni, abbia il cancro. Le accuse di cui Mubarak è imputato potrebbero portare alla condanna a morte, tradizionalmente eseguita per impiccagione.

Durante l’udienza, fuori dal tribunale sono scoppiati incidenti tra sostenitori e oppositori dell’ex rais, al termine dei quali si sono contati 53 feriti, la maggiori parte dei quali lievi. I sostenitori dell’ex presidente hanno tirato pietre verso uno schermo gigante collocato fuori dall’aula, gli oppositori hanno risposto scagliando scarpe contro lo stesso schermo in segno di disprezzo per l’ex presidente.

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