New York (New York, Usa), 11 ago. (LaPresse/AP) – “E’ molto istruttivo sentire il primo ministro inglese descrivere i disordini e i facinorosi in Inghilterra usando il termine ‘bande’. A noi non permettono di usare la stessa parola per i gruppi armati e terroristici nel mio Paese. Questa è ipocrisia. Questa è arroganza”. Lo ha detto, parlando ai giornalisti, Bashar Ja’afari, ambasciatore siriano alle Nazioni unite. “Londra, Birmingham, Bristol – ha continuato Ja’afari – sono solo l’uno per centro di quello che è successo in alcune aree del mio Paese”.

Pronta la risposta dell’ambasciatore britannico Philip Parham, che ha parlato al fianco di altri diplomatici europei, definendo le parole di Ja’afari un “paragone assurdo”. Secondo Parham il governo britannico sta gestendo i rivoltosi con “manovre misurate, proporzionate, legali e trasparenti, per riportare la legge”. In Siria, invece, ha detto il diplomatico britannico, c’è una situazione in cui “migliaia di civili disarmati stanno venendo attaccati e uccisi”. L’inviato siriano si è rivolto ai giornalisti dopo che lo avevano fatto Parham e gli altri rappresentanti dei tre Paesi europei che fanno parte del Consiglio di sicurezza (Francia, Portogallo e Germania), i quali avevano detto che le violenze in Siria avrebbero dovuto fermarsi.

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