New York (New York, Usa), 23 set. (LaPresse) – “Signor Abbas, lei ha dedicato la vita alla causa palestinese. Questo conflitto deve ancora continuare? In due anni ci siamo incontrati a Gerusalemme solo una volta. Anche se la mia porta è sempre aperta, oppure posso venire a Ramallah. Però ho una soluzione migliore. Abbiamo preso un aereo e abbiamo viaggiato per migliaia di chilometri. Siamo nella stessa città e nello stesso edificio. Incontriamoci qua oggi alle Nazioni unite. Se veramente vogliamo la fine del conflitto perché non possiamo incontrarci oggi e negoziare la pace?”. Così il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu davanti all’Assemblea generale delle Nazioni unite.

Nel suo discorso, però, il premier israeliano ha attacco più volte le autorità palestinesi per non essere state in grado, a suo avviso, di garantire la pace. E ha lanciato un duro attacco a quello che ha definito “Islam militante e armato”. “L’Islam militante – ha detto – ha preso potere a Gaza e non si oppone alle politiche israeliane, ma alla sua esistenza. Alcuni pensano che l’avanzata dell’Islam armato possa essere fermata se Israele farà delle concessioni. Noi abbiamo tentato, ma non ha funzionato. Nel 2000 Israele ha fatto un’offerta che soddisfava tutte le richieste dei palestinesi, ma loro hanno risposto lanciando attacchi”. “Nel 2008 – ha poi continuato – l’ex primo ministro Ehud Olmert ha fatto un’altra proposta, ma il presidente Abbas non ha nemmeno risposto. Abbiamo anche fatto di più. Ci siamo ritirati dal Libano e nel 2005 da Gaza. E questo non è stata la causa della tempesta islamica che ci minaccia. Hamas ha lanciato centinaia di razzi sulle nostre case. I moderati sono stati battuti dai radicali”.

Netanyahu ha poi fatto un feroce attacco al discorso di ieri del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad alle stesse Nazioni unite. “L’Onu – ha detto – talvolta è un teatro dell’assurdo, che spesso mette a capo dei Paesi persone che hanno violato i diritti umani come Muammar Gheddafi o Saddam Hussein”.

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