Gerusalemme, 27 set. (LaPresse/AP) – Il governo israeliano ha approvato la costruzione di 1.100 nuove abitazioni a Gerusalemme est, che i palestinesi vorrebbero come capitale del loro Stato. Una delle condizioni principali imposte dalla Palestina per riprendere i negoziati di pace è il blocco delle costruzioni di insediamenti sia a Gerusalemme Est che in Cisgiordania.

L’annuncio, arrivato dal ministero dell’Interno israeliano, è destinato a intensificare ulteriormente le tensioni con la Palestina, già alte dopo la richiesta del presidente Mahmoud Abbas del riconoscimento dello Stato al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Le nuove abitazioni saranno erette a Gilo, enclave israeliana nel sudest di Gerusalemme. I palestinesi continuano a rivendicare la proprietà di Gerusalemme est, presa da Israele nella guerra del 1967.

Proprio stamattina il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto in un’intervista pubblicata sul Jerusalem Post che lo Stato ebraico non bloccherà le costruzioni negli insediamenti sui territori occupati. Secondo Netanyahu, la moratoria di 10 mesi sulla costruzione di nuovi alloggi in insediamenti scaduta un anno fa non aveva portato nessun risultato e di conseguenza non c’è bisogno di sospendere nuovamente le costruzioni. Il premier israeliano ha ribadito che negoziati con i palestinesi dovrebbero iniziare senza precondizioni.

Per i palestinesi invece, la decisione del governo israeliano equivale a 1.100 ‘no’ alla ripresa dei negoziati di pace. Lo ha detto Saeb Erekat, il capo negoziatore palestinese, facendo al tempo stesso appello agli Stati Uniti per cambiare la posizione e sostenere la richiesta di riconoscimento dello Stato palestinese alle Nazioni unite.

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