Gaza City (Striscia di Gaza), 30 ott. (LaPresse/AP) – I primi tentativi egiziani di negoziare per la notte un cessate il fuoco tra militanti palestinesi di Gaza e Israele sono falliti e questa mattina sono ripresi gli scambi a fuoco, dopo che ieri 10 persone (nove militanti e un cittadino israeliano) hanno perso la vita. In mattinata però, la Jihad islamica ha aperto alla possibilità di tregua. “Quando tutti i jet avranno lasciato i cieli di Gaza interromperemo il lancio di razzi”, ha detto Dawud Shehab, membro del gruppo militante. Un funzionario egiziano ha spiegato ad Associated Press che l’Egitto ha sentito gli israeliani sulla possibilità di fermare le operazioni aeree.

Ieri, nei raid dell’esercito di Tel Aviv, che hanno avuto come obiettivo un centro di addestramento nella Striscia di Gaza, sono morti nove militanti della Jihad islamica. Una invece la vittima israeliana, colpita da un razzo lanciato sulla città di Ashkelon. Nelle prime ore della mattina di oggi i palestinesi hanno lanciato 10 razzi e Israele ha colpito sei nuovi obiettivi nella Striscia. Secondo quanto riferisce l’esercito di Tel Aviv, tra i bersagli colpiti ci sono tre siti per il lancio di razzi e un tunnel utilizzato da uomini armati. Non si riscontrano per ora nuove vittime.

Come misura precauzionale, le autorità israeliane hanno chiuso le scuole nelle comunità meridionali che si trovano fino a 40 chilometri da Gaza, così come l’Università Ben-Gurion di Beersheba e diverse scuole che oggi avrebbero dovuto iniziare l’anno accademico. Le autorità israeliane hanno aumentato il dispiegamento di forze di polizia per le strade, così come ha fatto Hamas nella Striscia. I militanti di Hamas non sembrano coinvolti negli ultimi attacchi. Israele però ritiene il gruppo al governo a Gaza come responsabile di tutte le azioni armate che provengono dal territorio, e ieri sera il primo ministro Benjamin Netanyahu si è detto pronto a una “risposta militare anche più dura se necessario”.

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