Canberra (Australia), 30 ott. (LaPresse/AP) – Sono circa 70mila i passeggeri rimasti a terra perché avrebbero dovuto volare con la compagnia australiana Qantas, che ieri ha deciso di bloccare la sua intera flotta di 108 aerei a seguito di una vertenza sindacale che da mesi coinvolge l’azienda e che ha portato scioperi a singhiozzo. Qantas ha dovuto pagare alloggio e prenotazioni di nuovi voli per le persone che avevano prenotato un viaggio e, secondo le stime, lo stop potrebbe costarle circa 20 milioni di dollari al giorno.

Il governo australiano ha fatto ricorso a un collegio arbitrale, chiedendo la fine dello sciopero per necessità. E’ stata il primo ministro Julia Gillard ad annunciare di aver “preso la rara decisione” di cercare di porre fine al blocco dei voli. Tra i passeggeri rimasti a terra, infatti, ci sono 17 capi di governo che si trovano in Australia in occasione del vertice dei leader dei 53 Paesi del Commonwealth, che sarebbero dovuti tornare a casa da Perth con voli Qantas nei prossimi due giorni. A loro la Gillard ha promesso aiuto. “L’hanno presa bene quando li ho informati della situazione”, ha detto il premier ai giornalisti.

Le proteste dei dipendenti Qantas sono dovute al piano di ristrutturazione aziendale presentato ad agosto, che prevede il taglio di mille posti di lavoro e il trasferimento oltreoceano di circa 35mila dipendenti con la creazione di una compagnia con base in Asia che mantenga stesso nome e stesso brand. Secondo il ceo di Qantas, Alan Joyce, la compagnia potrebbe tornare a volare fra qualche ora se i tre giudici del collegio arbitrale decidessero di porre fine in modo permanente agli scioperi e al blocco della flotta. I legali dei sindacati auspicano invece che il collegio decida una sospensione temporanea dello sciopero, e non permanente, perché questo lascerebbe aperta la possibilità di scioperi futuri nel caso in cui le trattative dovessero fallire. La proposta avanzata dal legale del governo, Tom Howe, è di sospendere serrate e scioperi per almeno quattro mesi.

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