Tokyo (Giappone), 4 nov. (LaPresse/AP) – Il governo del Giappone ha approvato il finanziamento di 900 miliardi di yen (8,35 miliardi euro) di aiuti alla Tepco, il gestore della centrale nucleare di Fukushima, gravemente danneggiata dal sisma e dallo tsunami dell’11 marzo scorso. Lo rende noto il ministro per il Nucleare Goshi Hosono, spiegando che il finanziamento è una prima rata per aiutare la Tepco a coprire gli enormi costi della decontaminazione in corso e il futuro smantellamento dei rettori danneggiati. Il denaro proviene dal fondo finanziato da tutti i gestori delle centrali nucleari del Paese e dal governo. Il disastro dell’11 marzo ha tagliato l’energia elettrica all’impianto di Fukushima, causando la fusione nucleare in alcuni dei suoi reattori e costringendo centinaia di migliaia di residenti a lasciare l’area in seguito al rilascio di radiazioni.

L’approvazione del finanziamento arriva dopo che Tepco e un fondo statale hanno avanzato un piano di ristrutturazione per la compagnia che prevede il taglio dei costi per 2.500 miliardi di yen (23,1 miliardi di euro) nei prossimi 10 anni e la riduzione di 7mila dipendenti. La Tepco è stata molto criticata in questi mesi per la mancanza di trasparenza e la lenta risposta alla crisi. L’azienda ha ricevuto migliaia di richieste di risarcimenti da parte di cittadini e altre compagnie colpite dall’emergenza nucleare conseguente alla devastazione della centrale nel nordest del Paese. Il finanziamento statale con soldi pubblici è volto a far sì che la Tepco riesca ad assolvere le sue responsabilità senza andare in bancarotta. Il governo contribuirà con bond a interessi zero che a un certo punto dovranno essere rimborsati.

Dopo un rapporto di un’agenzia governativa, diffuso la scorsa settimana, secondo cui per lo smantellamento della centrale di Fukushima e la sua messa in sicurezza saranno necessari almeno 30 anni, in questi ultimi giorni è tornata la paura per una possibile fissione in uno dei reattore danneggiati. A scatenare i timori è stato il rilevamento del gas xenon, appunto, possibile effetto della fissione nucleare. Gli operatori della Tepco, come forma preventiva, sono tornati a iniettare acido borico, ma ieri hanno smentito qualsiasi nuovo problema. Secondo il gestore dell’impianto lo xenon è dipeso da una reazione spontanea che si verifica in ogni reattore inattivo. Ulteriori esami della situazione, ha spiegato l’azienda, hanno determinato che il gas è stato prodotto dal curio, componente del combustibile nucleare che causa fissioni spontanee.

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