Rapporto Aiea: Iran lavorò ad arma atomica. Teheran: Accuse infondate

Vienna (Austria), 8 nov. (LaPresse/AP) – L’Iran è sospettato di avere condotto esperimenti segreti, il cui unico scopo può essere lo sviluppo di armi nucleari. È il contenuto del rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ottenuto oggi da Associated Press sul programma nucleare iraniano. Domani il documento verrà fatto circolare fra le 35 nazioni che fanno parte dell’Aiea e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite. Nel documento si legge che, nonostante alcune delle sospette attività nucleari iraniane abbiano propositi pacifici, “altre sono specificamente rivolte alla realizzazione di armi nucleari”. Un allegato di 13 pagine al rapporto dell’agenzia sull’Iran illustra i dettagli di intelligence e le ricerche dell’Aiea, secondo cui Teheran sta lavorando a tutti gli aspetti degli studi per la realizzazione di un’arma atomica, tra cui l’assemblaggio di una testata nucleare su un missile.

Il rapporto dell’Aiea si concentra su vari aspetti del sospetto lavoro segreto dell’Iran sulle armi nucleari, tra cui: approvvigionamento clandestino di equipaggiamento e informazioni; test e sviluppo di detonatori per far esplodere una carica nucleare; sviluppo di computer per controllare la testata atomica; lavoro preparatorio a test su armi nucleari; sviluppo e assemblaggio di cariche nucleari sul missile a medio raggio Shahab 3, che potrebbe raggiungere Israele.

Pronte sono arrivate le reazioni da Teheran. L’agenzia di stampa di Stato iraniana Irna ha liquidato il rapporto sostenendo che non faccia altro che ripetere “le accuse avanzate nel passato dagli Stati Uniti e dal regime sionista e respinte nei precedenti rapporti dell’Aiea”. “Il direttore dell’Aiea – prosegue l’agenzia – ha incluso nel rapporto commenti e immagini senza alcun valore fornite dai servizi di intelligence”. Le ispezioni precedenti dell’Aiea, sostiene Irna, avevano dimostrato che un grande contenitore di acciaio, che secondo il rapporto sarebbe usato per test di esplosivi nucleari, è solo “un gabinetto di metallo”.

Oggi, prima ancora della diffusione del contenuto del documento, il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad aveva criticato il presidente dell’Aiea, Yukiya Amano, definendolo pedina degli Stati Uniti. Nelle dichiarazioni riportate oggi dalla tv di Stato iraniana, Ahmadinejad ha voluto affermare che Amano “non ha poteri personali” e viola le regole interne della sua organizzazione, non facendo altro che consegnare “documenti che i funzionari americani gli mettono in mano”. Più diplomatico il ministro degli Esteri Ali Akbar Salehi, secondo cui l’Iran non avrebbe alcun problema ad annunciare al mondo i suoi piani per lo sviluppo di armi nucleari, se ne avesse. Se l’Iran avesse voluto realizzare armi atomiche, ha detto il ministro, lo avrebbe detto apertamente.

Silenzio per ora da Tel Aviv. Il portavoce del governo israeliano, Mark Regev, ha spiegato che lo Stato ebraico vuole studiare il rapporto prima di commentare. Qualche parola in più da Mosca. “Per studiare con attenzione il rapporto dell’Aiea ci vuole tempo”, si legge in un comunicato diffuso dal ministero degli Esteri russo. “Le analisi – prosegue il ministero – dovrebbero essere svolte in un’atmosfera tranquilla perché è importante capire se ci siano fatti davvero nuovi e realmente attendibili che confermano il sospetto dell’esistenza di componenti militari nel programma nucleare iraniano o se abbiamo a che fare con un inasprimento di emozioni intenzionale e controproducente”.

Questa mattina, parlando a Israel Radio, il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak non ha escluso la possibilità di un attacco militare contro l’Iran, proprio a causa del suo programma nucleare. Barak si è detto anche scettico sul fatto che la comunità internazionale imporrà sanzioni valide a Teheran dopo la presentazione del report dell’Aiea. “Finché non ci saranno misure del genere e non verrà provato che siano efficaci”, ha detto, Israele continuerà a raccomandare di non togliere dal tavolo alcuna opzione. Intanto, a Washington, secondo quanto riferiscono alti funzionari statunitensi, l’amministrazione Obama starebbe valutando nuove sanzioni se Teheran non risponderà alle domande poste dal rapporto dell’agenzia Onu.