Rangoon (Birmania), 14 nov. (LaPresse/AP) – Il governo della Birmania ha fatto importanti passi verso le riforme durante l’anno passato, ma molto altro deve essere ancora fatto, tra cui liberare centinaia di altri prigionieri politici. È quanto ha affermato davanti ai giornalisti Aung San Suu Kyi, leader democratica birmana, in occasione dell’anniversario della sua liberazione dagli arresti domiciliari. Il premio Nobel per la pace ha definito i suoi incontri con il presidente Thein Sein dei progressi. “Guardando all’anno passato, credo di poter dire che è stato un periodo pieno di avvenimenti, energizzante e relativamente incoraggiante”, ha detto Suu Kyi, che per quasi tutti gli ultimi 20 anni è stata agli arresti.
Le speranze della comunità internazionale non erano molte dopo che con le elezioni del 7 novembre 2010, come da previsioni, era andato al potere un partito vicino ai militari che hanno guidato il Paese dal golpe del 1962. Negli ultimi mesi, tuttavia, le opinioni in merito sono cambiate poiché il nuovo governo ha alleggerito la censura, ha legalizzato i sindacati, sospeso il contestato progetto per una diga in collaborazione con la Cina e iniziato i colloqui con il movimento per la democrazia di Aung San Suu Kyi. Il leader e premio Nobel sostiene che Thein Sein, primo ministro durante il potere della giunta militare e visto come un moderato, sia molto impegnato in direzione delle riforme. “Penso che sia molto genuino nel suo desiderio di un processo di democratizzazione”, ha affermato il premio Nobel.