Beirut (Libano), 18 nov. (LaPresse/AP) – Una prima apertura al piano della Lega araba e all’invio di osservatori internazionali in Siria è arrivata oggi da Damasco, dove un ufficiale rimasto anonimo fa sapere che il governo di Basahr Assad “acconsente in linea di principio alla proposta della Lega araba di inviare osservatori, ma ne sta ancora studiando i dettagli”. Le violenze nel Paese però non si fermano. Oggi sono almeno 16 le vittime tra gli oppositori.
La Lega araba conferma la risposta di Damasco al suo piano. Secondo quanto riporta la televisione di Stato egiziana, infatti, il segretario generale Neil Elaraby, ha detto di aver ricevuto “emendamenti” da parte della Siria al piano, aggiungendo che li sta ora valutando. La Lega araba ha sospeso Damasco martedì sera per le sanguinarie repressioni delle forze di sicurezza sui manifestanti negli 8 mesi di sommosse popolari. L’organismo internazionale ha proposto di inviare centinaia di osservatori per aiutare a mettere fine alla repressione. Secondo le Nazioni unite 3.500 persone hanno già perso la vita.
Freddo e seccato il commento dell’opposizione. “L’avevamo già detto in passato, e lo ripetiamo. Non è altro che un metodo adottato dal regime per guadagnare tempo”, ha commentato Omar Idilbi, membro del Consiglio nazionale siriano.
In mattinata, durante una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu ad Ankara, il ministro degli Esteri francese Alain Juppé ha dichiarato che ormai è arrivato il momento di inasprire le sanzioni contro la Siria. “Abbiamo invitato Assad a cambiare ma il regime non ne ha voluto sapere, il che è inaccettabile. Siamo pronti a rafforzare le sanzioni”, ha detto Juppé, aggiungendo che la Francia vuole lavorare per questo con la Lega araba, con la Turchia e con l’opposizione siriana. Il ministro francese ha poi fatto appello agli oppositori affinhcé evitino una guerra civile. “Chiediamo all’opposizione in Siria di evitare un’insurrezione armata. Una guerra civile sarebbe una vera catastrofe”, ha detto, aggiungendo poi che un eventuale intervento straniero sarebbe di competenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Proprio all’Onu il primo ministro russo ha chiesto “prudenza e moderazione” nel redigere la risoluzione di condanna alla Siria. Parlando dopo un incontro con l’omologo francese Francois Fillon, Putin ha detto che Mosca appoggerà il documento solo se il Consiglio userà moderazione, sottolineando che la Russia si oppone a ogni uso della forza contro la Siria. Più deciso Fillon, che ha detto di sperare “che la risoluzione del Consiglio di sicurezza venga approvata al più presto”. Fillon ha poi chiesto alla comunità internazionale di rafforzare le pressioni sul regime di Damasco “in modo che Assad non possa più destabilizzare la situazione nella regione”. Diversi leader siriani dell’opposizione hanno incontrato funzionari russi a Mosca questa settimana, ma hanno respinto la loro richiesta di intrattenere colloqui con il presidente Bashar Assad, ritenuto colpevole delle violenze contro i civili.
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