Islamabad (Pakistan), 28 nov. (LaPresse/AP) – L’attacco aereo della Nato che nella notte tra venerdì e sabato ha provocato la morte di 24 soldati pakistani in un’area vicino al confine afghano è durato quasi due ore ed è continuato anche dopo la richiesta di cessate il fuoco da parte dei comandanti locali. Lo ha detto il portavoce dell’esercito di Islamabad Athar Abbas, negando che le forze afghane e Nato siano state bersaglio del fuoco pakistano prima dell’attacco, come invece sostiene Kabul. La Nato ha chiesto scusa per le morti e ha promesso un’indagine sui fatti.

L’Alleanza atlantica non ha ancora fornito una sua versione dei fatti, ma secondo un funzionario afghano coperto dall’anonimato, soldati Nato e afghani vicino al confine sarebbero stati sorpresi da spari provenienti da posti di controllo pakistani. Un portavoce dell’esercito pakistano, il maggior generale Athar Abbas, sostiene invece che i suoi soldati al confine siano vittima di un’aggressione ingiustificata. Il generale ha riferito che i comandanti avevano contattato la Nato nel corso dell’attacco “chiedendo di cessare il fuoco, ma l’attacco è continuato per due ore”.

Abbas ha poi negato che le forze Nato e afghane siano state colpite per prime dagli spari. “A questo punto – ha spiegato il generale – la Nato e l’Afghanistan stanno cercando di divincolarsi da quanto accaduto offrendo delle scuse. Dove sono le loro vittime, però?”. Il confine tra Pakistan e Afghanistan è fonte costante di tensioni tra Islamabad e Washington. Alcune ore dopo l’attacco, il Pakistan ha chiuso i confini impedendo ai camion di consegnare provviste alle truppe dell’Alleanza in Afghanistan. I rapporti tra i due Paesi, già tesi prima dell’attacco, sono ulteriormente precipitati.

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