Istanbul (Turchia), 30 nov. (LaPresse/AP) – Un uomo di origini libiche ha aperto il fuoco all’ingresso del museo Topkapi a Istanbul, in Turchia, urlando ‘Allah è grande’. A questo attacco è seguito uno scontro a fuoco con la polizia all’interno dell’edificio, e l’uomo è stato ucciso. Il palazzo Topkapi è un luogo frequentato dai turisti e in un primo momento la tv turca aveva riferito che gli spari erano stati uditi alla Moschea blu. Alcuni visitatori presenti al momento dell’attacco nell’area, popolare meta turistica, si sono buttati a terra nel panico, ma al momento non ci sono notizie di altri feriti. L’aggressore ha ferito un soldato e una guardia di sicurezza che si trovavano all’ingresso, ma secondo il governatore di Istanbul non sono in pericolo di vita.
Le autorità stanno cercando di determinare il movente dell’attacco, che potrebbe essere dovuto al supporto della Turchia alla rivolta popolare in Libia contro il regime di Muammar Gheddafi. L’attentatore è stato identificato dalla tv turca come Samir Selam Ali, un cittadino libico di 36 anni entrato in Turchia domenica scorsa. Secondo la polizia locale, tuttavia, aveva cittadinanza siriana ed è arrivato al palazzo Topkapi a bordo di un’auto con targa siriana. Alcuni minuti prima dell’attacco il ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu aveva annunciato sanzioni economiche nei confronti di Damasco per protestare contro le violenti repressioni delle manifestazioni antigovernative.
L’aggressore ha colpito il soldato alla gamba e la guardia di sicurezza all’addome prima di correre verso il cortile del palazzo urlando ‘Dio è grande’ in arabo. Secondo l’emittente Ntv inizialmente l’uomo aveva acconsentito ad arrendersi, ma subito dopo ha aperto il fuoco sui poliziotti. Un’immagine dell’assalitore prima dell’attacco lo mostra pesantemente armato e con almeno due fucili in mano.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata