Baghdad (Iraq), 3 dic. (LaPresse/AP) – La bomba esplosa lunedì nella Zona verde di Baghdad puntava a uccidere il primo ministro Nuri al-Maliki. È quanto conferma, parlando con Associated Press, lo stesso premier iracheno, dopo che la notizia è stata diffusa ieri da Qassim al-Moussawi, portavoce militare di Baghdad. Secondo il premier, obiettivi dell’attacco avrebbero anche potuto essere lo speaker del Parlamento o l’edificio stesso, ma secondo le informazioni preliminari il target principale era proprio lui. “Secondo le prime informazioni di intelligence – spiega al-Maliki – l’auto sarebbe dovuta entrare in Parlamento, e stare lì senza esplodere. La deflagrazione sarebbe poi dovuta avvenire nel momento in cui fossi entrato in Parlamento”. Ma durante lo scoppio al-Maliki non era in zona.

Sul momento non si è capito se l’esplosione fosse stata causata da un colpo di mortaio oppure da un ordigno. Dopo lo scoppio un corpo senza vita è stato trovato vicino all’autobomba. Le autorità stanno cercando di determinarne l’identità e se si trattasse di un passante o dell’attentatore. Due altre persone sonio rimaste ferite. “Non penso che questo attacco dica qualcosa sulla situazione di sicurezza nel Paese. Alcune falle possono verificarsi ovunque”, ha continuato al-Maliki. Benché non ci siano ancora rivendicazioni, il primo ministro accusa al-Qaeda e il partito Baath di Saddam Hussein di essere responsabili dell’attacco.

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