Ankara (Turchia), 17 dic. (LaPresse/AP) – Continua la guerra a distanza tra Francia e Turchia sul riconoscimento del genocidio degli armeni. Oggi il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan ha criticato in modo deciso Parigi per il progetto di rendere reato la negazione della definizione di genocidio per l’uccisione di massa di di oltre un milione di armeni, durante la prima guerra mondiale. La Camera bassa del Parlamento francese discuterà in aula il 22 dicembre la proposta che renderebbe la negazione del genocidio armeno un reato al pari della negazione dell’Olocausto.

La Francia dovrebbe indagare sulla sua “sporca storia” visto che stata responsabile di migliaia di morti in Algeria e Ruanda, ha detto oggi Erdogan, minacciando “gravi conseguenze nei rapporti bilaterali” se il disegno di legge sarà adottato. Ankara minaccia inoltre di richiamare in patria il suo ambasciatore. Una delegazione del Parlamento turco è intanto attesa per domani in Francia, dove si prevede che farà pressioni sui deputati contro la proposta di legge. “Spero che il Parlamento francese faccia marcia indietro dall’errore di rappresentare in modo falsato la storia e punire chi nega le bugie storiche”, ha detto Erdogan. Ieri il primo ministro turco aveva inviato una lettera al presidente francese Nicolas Sarkozy in cui minacciava gravi conseguenze in caso di adozione del disegno di legge sul genocidio. Nessuna risposta per il momento da Parigi, i cui legami con Ankara sono già tesi per via dell’opposizione di Sarkozy all’ingresso della Turchia nell’Unione europea.

La Turchia ha sempre negato il genocidio armeno, in cui secondo gli storici sono state uccise fra un milione e un milione e mezzo di persone. Ankara sostiene che i Parlamenti non dovrebbero occuparsi di decidere in merito al riconoscimento delle uccisioni come genocidio, ma lasciare il compito a una commissione indipendente di storici che potrebbe essere istituita. La Francia ha riconosciuto il massacro armeno come genocidio nel 2001, ma anche altri Paesi lo hanno fatto, tra cui Italia, Uruguay, Cile, Argentina, Russia, Canada, Libano, Belgio, Grecia, Vaticano, Svizzera, Slovacchia, Olanda, Polonia, Lituania e Cipro.

Nel 2007 una Corte svizzera ha condannato un politico turco in virtù della legge anti-razzismo, multandolo per aver negato che l’uccisione degli armeni fosse un genocidio. Il caso determinò tensioni diplomatiche fra i due Paesi. La legge che sarà discussa il 22 dicembre alla Camera bassa francese prevede fino a un anno di prigione e multe fino a 45mila euro per chi nega il genocidio armeno. La stessa norma è già in vigore dal 1990 per la negazione dell’Olocausto.

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