Ankara (Turchia), 6 gen. (LaPresse/AP) – L’ex capo delle forze armate turche, il generale Ilker Basbug, è stato arrestato e portato in un carcere vicino a Istanbul con l’accusa di aver guidato un’organizzazione terroristica e complottato per rovesciare il governo del primo ministro Recep Tayyip Erdogan. Lo ha fatto sapere il suo avvocato, Ilkay Sezer, aggiungendo che il generale è stato fermato dopo sette ore di interrogatori da parte di procuratori che indagano sugli ufficiali dell’esercito sospettati di aver fondato nel 2009 diversi siti web volti a screditare il governo. Alcuni imputati hanno ammesso di aver eseguito gli ordini, e Basbug era capo dell’esercito all’epoca. Durante gli interrogatori, ha detto Sezer, il generale ha respinto le accuse. Secondo la rete Ntv, Basbug ha definito le accuse nei suoi confronti sono “tragicomiche”.

L’arresto di un ex capo delle forze armate sarebbe stato impensabile qualche anno fa in Turchia, ma il governo islamico di Erdogan ha ridotto in maniera significativa il ruolo politico ricoperto dal potente esercito di Ankara. I presunti complotti emersero per la prima volta nel 2009, quando un giornale pubblicò la fotocopia di un piano per screditare il governo. Le indagini erano state tuttavia piuttosto inconcludenti perché il documento originale non è mai stato trovato. L’anno scorso un ufficiale non identificato ha inviato il presunto piano al capo procuratore di Istanbul e le indagini sono ricominciate.

Centinaia di persone, tra cui ex generali in pensione, militari e civili, sono già a processo con l’accusa di aver preso parte ai complotti, che secondo la procura avevano come scopo destabilizzare il Paese e rovesciare il governo. Secondo l’esercito, 58 figure tra generali e ammiragli in servizio sono ancora in carcere. Gli oppositori di Erdogan sostengono che si tratti di una campagna volta a intimidirli. I lunghi periodi di detenzione preventiva e le presunte irregolarità nella gestione delle prove hanno inoltre gettato ombra sullo svolgimento delle procedure giudiziarie.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata