Lagos (Nigeria), 16 gen. (LaPresse/AP) – Il presidente nigeriano Goodluck Jonathan ha annunciato l’immediata riduzione del prezzo del petrolio, dopo che il Paese è stato paralizzato da uno sciopero nazionale contro l’eliminazione dei sussidi. Ne ha dato lui stesso notizia attraverso l’emittente televisiva di Stato Nigerian television authority, attribuendo le proteste e le dimostrazioni a provocatori e agitatori. Ieri i negoziati con i sindacati per mettere fine allo sciopero sono falliti. Jonathan ha dichiarato che i costi del carburante scenderanno a circa 60 centesimi di dollaro al litro, dopo che l’eliminazione dei sussidi statali attiva dal primo gennaio li aveva fatti impennare, trascinando anche i prezzi del cibo e dei trasporti. La concessione di oggi, però, potrebbe non essere sufficiente a calmare le agitazioni nel Paese, accese anche dalla rabbia della gente per la corruzione e l’inefficienza del potere. A Lagos, intanto, dove venerdì 20mila persone hanno manifestato contro il governo, l’esercito ha allestito vari posti di blocco, con soldati armati di fucili d’assalto.

A seguito della decisione presa dal governo nigeriano, il 9 gennaio è iniziato uno sciopero nazionale che ha paralizzato l’intero Paese. I sussidi statali erano in vigore da vent’anni e avevano contenuto i costi della benzina. All’improvviso, la misura li ha invece fatti impennare con un rialzo da 0,45 centesimi a 0,94 centesimi al litro. Diretta la conseguenza sui trasporti e sui beni alimentari, i cui prezzi sono a loro volta fortemente aumentati fino a quasi raddoppiare, gettando la popolazione nel panico. La maggior parte dei 160 milioni di abitanti della Nigeria, infatti, vive con meno di 2 dollari al giorno.

“Ormai appare chiaro al governo e a tutti i nigeriani che abbiano buone intenzioni che interessi esterni all’applicazione della deregolamentazione della politica abbiano dirottato la protesta”, ha detto Jonathan nel suo discorso di oggi alla televisione di Stato. “Questi – ha continuato – hanno impedito valutazioni e considerazioni obiettive di tutte le questioni controverse per le quali il governo ha avviato il dialogo. Gli interessi nascosti vogliono promuovere discordia, anarchia e insicurezza a grave discapito della quiete pubblica”.

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