Zagabria (Croazia), 19 gen. (LaPresse/AP) – Si terrà domenica in Croazia il referendum sull’adesione all’Unione europea. Secondo gli ultimi sondaggi il ‘sì’ è in vantaggio al 56%. Chi voterà a favore dell’ingresso nell’Ue spera che il Paese, sulla cui economia pesano recessione, un debito straniero di 48 miliardi di euro e una disoccupazione al 13%, possa trarre vantaggi dall’accesso alle opportunità di mercati europei e mondo del lavoro. Chi si oppone all’ingresso in Europa, invece, sostiene che il Paese di 4,5 milioni di persone perderebbe la sua identità e avrebbe poco da dire in un blocco in cui a dettare l’agenda sono Germania e Francia. Se nel referendum i cittadini croati daranno il loro benestare, l’accordo dovrà poi essere ratificato dai 27 Stati membri e la Croazia dovrebbe entrare a far parte dell’Unione a luglio 2013.

La richiesta di Zagabria era stata presentata una decina di anni fa, ma è rimasta congelata finché il governo croato non ha iniziato a collaborare con il tribunale internazionale per i crimini di guerra. I colloqui per l’adesione sono iniziati nel 2005, con ampio sostegno della Germania, quando il la Croazia ha aiutato la Corte dell’Aia a mettersi sulle tracce del generale Ante Gotovina, definito il boia della Krajina per aver guidato l’offensiva militare che costrinse oltre 200mila serbi a fuggire dalla Croazia nel 1995. Lo scorso aprile la condanna di Gotovina a 24 anni di prigione da parte dell’Aia aveva segnato una tappa importante per l’ingresso nell’Unione e migliaia di veterani di guerra erano scesi in piazza a Zagabria per denunciare il governo pro-occidentale e avevano strappato diverse bandiere europee. Il 9 dicembre 2011, infine, Zagabria ha firmato il trattato di accesso.

La Croazia sarebbe il secondo Paese della ex-Jugoslavia a entrare nell’Unione, dopo la Slovenia. Il recente arresto dell’ex generale serbo Ratko Mladic, inoltre, sembra aver spianato la strada anche alla Serbia visto che la cattura del boia di Srebrenica era tra le condizioni d’accesso imposte da Bruxelles.

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