New York (New York, Usa), 29 gen. 2012 (LaPresse/AP) – Il presidente uscente dello Yemen Ali Abdullah Saleh è arrivato nella notte negli Stati Uniti per sottoporsi a cure per le ustioni riportate in un attacco al suo palazzo di Sanaa a giugno scorso. Partito dall’Oman, Saleh ha fatto tappa a Londra e quindi è giunto in Usa. La conferma dell’arrivo è data dall’ufficio Esteri dello Yemen, secondo cui Saleh è negli Stati Uniti “per una visita medica privata di breve periodo”. Il viaggio, secondo un ufficiale dell’ufficio presidenziale rimasto anonimo, è avvenuto a bordo di un aereo noleggiato dagli Emirati, alla presenza di un medico privato, diverse guardie e i parenti. La prima richiesta di visto per gli Usa era arrivata a dicembre, ma l’ok dall’amministrazione Obama è stato concesso solo la scorsa settimana. Dopo mesi di rivolte, a novembre Saleh ha deciso di lasciare il potere. Era alla guida del Paese da 33 anni. Il 21 febbraio lo Yemen voterà per scegliere il suo successore.

Il programma di viaggio di Saleh negli Usa non è stato reso noto per ragioni di sicurezza. Non è chiaro dove alloggerà, dove sarà curato, né quanto si fermerà in territorio americano. In un discorso pronunciato in Oman una settimana fa, prima di partire, il presidente yemenita ha promesso di tornare in patria prima delle elezioni, ma gli Usa e gli alleati hanno fatto pressione affinché Saleh lasci lo Yemen per sempre. Gli oppositori lo hanno accusato di interferire nel lavoro del governo di unità nazionale, anche se ha rinunciato alla sua autorità due mesi fa. In precedenza aveva già trascorso tre mesi in Arabia Saudita per sottoporsi a una serie di cure per le ustioni. E’ tornato quindi in Yemen, scatenando nuove proteste.

I giudizi delle organizzazioni per i diritti umani sull’arrivo del presidente yemenita negli Usa sono duri. “E’ terribile che il presidente Saleh sia arrivato qui per la prima tranche di trattamenti medici, mentre centinaia di vittime yemenite, attaccate dalle sue forze di sicurezza non godano né delle cure appropriate, né della giustizia per i crimini che hanno sofferto”, commenta Balkees Jarrah, consulente per la giustizia internazionale di Human Rights Watch. “L’amministrazione Obama – continua in una nota – dovrebbe insistere sul fatto che i responsabili per le atrocità avvenute in Yemen siano portati alla sbarra”.

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