Sciopero ferma Belgio in giorno summit Ue

Bruxelles (Belgio), 30 gen. (LaPresse/AP) – Treni e trasporti pubblici sono paralizzati in Belgio a causa di uno sciopero nazionale di 24 ore contro le misure di austerità, organizzato nel giorno del primo Consiglio europeo del 2012. La protesta si scaglia, infatti, anche contro i tagli in parte imposti su pressione dell’Unione. Diverse ore prima dell’inizio del summit, il cui obiettivo primario è sostenere la crescita e discutere delle misure atte alla creazione di posti di lavoro, i tre principali sindacati belgi hanno invitato i governi europei a tassare di più le multinazionali invece di colpire il settore pubblico. Le associazioni di categoria hanno poi aggiunto che per rinvigorire l’economia europea non serve imporre una riforma del sistema previdenziale che obblighi le persone a lavorare di più ottenendo pensioni più basse. A causa della protesta, l’aeroporto di Charleroi è chiuso e altri scali internazionali della capitale belga hanno subito cancellazioni, ritardi o deviazioni. I ritardi nel traffico cittadino sono invece contenuti perché molte persone hanno preso un giorno di ferie o hanno deciso di lavorare da casa.

Durante il summit odierno, i leader del blocco a 27 cercheranno di trovare nuove strategie per favorire la crescita, nonostante i tagli al bilancio approvati in tutti i Paesi del continente. Grande attenzione sarà data anche alla questione della crisi in Grecia. Tuttavia, i creditori internazionali non prenderanno decisioni in merito al nuovo prestito di salvataggio per Atene finché gli ispettori della troika non avranno presentato un nuovo rapporto sulle finanze greche. I partner hanno criticato la Grecia per non aver ancora adottato tutte le riforme e le misure di austerità previste dal primo pacchetto di salvataggio, concesso al Paese quasi due anni fa.

Nel primo pomeriggio, i leader dei principali sindacati belgi si sono riuniti davanti all’edificio di Bruxelles sede del summit. I dimostranti hanno mostrato un eurobond simbolico, invitando le autorità europee a trovare una soluzione comune e una condivisione del debito della zona euro. La Germania si è opposta con forza agli eurobond, che invece gioverebbero soprattutto i Paesi in difficoltà, ovvero Grecia, Irlanda e Portogallo. “Quello che ci serve è la crescita, è questa che crea lavoro. Non si ottiene alcuna crescita quando si succhia via l’ossigeno dell’economia tramite l’austerità”, ha detto Marc Leemans, leader del sindacato cristiano-democratico.

Nell’Unione europea, sono 23 milioni i disoccupati, pari al 10% della popolazione attiva. “Solo adesso stiamo parlando di lavoro e occupazione, è tardi, ma sempre meglio ora che mai”, ha spiegato Rudy De Leeuw, leader del sindacato socialista, a sua volta in protesta davanti alla sede del summit. “A questo punto – ha aggiunto Leemans – gli Stati membri più poveri sono stati lasciati nella loro miseria e i ricchi restano a guardare in un angolo”.