Pechino (Cina), 6 feb. (LaPresse/AP) – Il governo cinese ha difeso la decisione di sabato di porre il veto alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite sulla Siria, ma ha aggiunto di voler giocare un ruolo costruttivo per mettere fine alle violenze nel Paese. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Liu Weimin, spiegando però di non sapere se Pechino abbia intenzione di mandare un inviato in Siria, cosa che invece farà la Russia. Pechino e Mosca, entrambi membri permanenti dell’organo decisionale dell’Onu, hanno bloccato la risoluzione contro il regime di Damasco, appoggiato da Lega araba, Unione europea e Stati Uniti, per fermare lo spargimento di sangue nel Paese.

La Cina si è detta costretta al no perché le diversità di vedute sul documento sarebbero state risolte solo dopo il voto. Il governo cinese ha riferito in particolare che la risoluzione conteneva un’enfasi non dovuta sulle pressioni a Damasco e quindi pregiudicava i risultati di dialoghi tra regime e opposizione. Dure le reazioni al veto, definito “una farsa” dal segretario di Stato Usa, Hillary Clinton. Ban Ki-moon, segretario generale dell’Onu, ha espresso “profondo dispiacere” per l’incapacità del Consiglio di sicurezza di raggiungere un consenso sulla crisi siriana, mentre l’attivista yemenita Tawakkul Karman, premio Nobel per la Pace, ha detto che Cina e Russia “hanno la responsabilità morale e umana dei massacri in Siria”.

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