Baghdad (Iraq), 23 feb. (LaPresse/AP) – Almeno 50 persone sono morte in seguito a molteplici attacchi condotti oggi a Baghdad e in altre 11 città dell’Iraq. Attentati e sparatorie, apparentemente coordinati tra loro, sono avvenuti in un lasso di tempo di due ore e mezza, e hanno preso di mira pattuglie della polizia, uffici del governo e ristoranti. Una bomba è esplosa anche vicino a una scuola elementare nella città di Musayyib. I feriti sono circa 225. Gli attacchi che hanno colpito Baghdad sono stati almeno 14, tra cui una sparatoria in cui sono morti sei agenti di polizia a un posto di blocco, prima dell’alba.

L’attacco più sanguinario è avvenuto nella capitale, nel quartiere di Karradah, in cui sono morte nove persone e 26 sono rimaste ferite. A Musayyib, un’auto parcheggiata tra un ristorante e una scuola elementare è esplosa uccidendo una persona e ferendone 62, tra cui molti scolari. Bombe sono esplose nelle province di Baquba, Kirkuk e Salahuddin. Fonti ufficiali di Baquba, che si trova a 60 chilometri a nordest di Baghdad, spiegano che un attentatore suicida si è fatto esplodere con la sua auto fuori da una stazione di polizia, nei pressi di un mercato, provocando vittime. Nella città di Kirkuk, a 290 chilometri a nord di Baghdad, due pattuglie della polizia sono rimaste colpite da bombe lungo la strada. Ordigni sono esplosi anche nella città di Tuz Khormato, fuori da Kirkuk, all’esterno della sede del partito politico curdo. A Madain, a circa 20 chilometri a sudest della capitale, diversi poliziotti sono rimasti feriti per l’esplosione di una bomba lungo la strada.

“Quello che sta accadendo oggi non è solo una violazione della sicurezza, è un grande fallimento e un disastro”, ha detto Ahmed al-Tamimi, dipendente del ministero dell’Educazione, i cui uffici sono vicino a un ristorante attaccato nel quartiere sciita di Kazimiyah, nel nord della capitale. L’uomo ha descritto scene infernali e ha continuato: “Vogliamo sapere. Cosa stanno facendo migliaia di poliziotti e soldati a Baghdad mentre i terroristi devastano la città?”. Ancora nessun gruppo ha rivendicato la strage di oggi, ma in passato attacchi simili sono stati condotti da membri di al-Qaeda.

L’Iraq, minato da una lunga guerra e da una costante instabilità nella sicurezza, è stato teatro negli ultimi mesi anche di una serie di turbolenze politiche. Queste ultime sono iniziate il giorno dopo il ritiro delle truppe Usa con l’emissione di un mandato di arresto nei confronti del vicepresidente, il sunnita Tariq al-Hashemi, accusato di aver assoldato commando per attaccare forze di sicurezza e ufficiali governativi. Al-Hashemi, che ricopre la più alta carica tra i politici sunniti, ha negato le accuse definite immotivate e ha accusato il governo a guida sciita di volerlo deporre. La guerra contro le cellule terroristiche comunque non si arresta. Ieri sera, il ministero dell’Interno ha annunciato l’arresto di Waleed Khalid Ali, considerato uno dei vertici del gruppo Ansar al-Sunna, legato ad al-Qaeda. La cattura è avvenuta mentre l’uomo stava cercando di entrare in Iraq dalla Siria.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: