Mosca (Russia), 2 mar. (LaPresse/AP) – Il primo ministro russo Vladimir Putin ha aspramente criticato l’Occidente per il suo appoggio all’opposizione siriana contro il governo, affermando che in questo modo ha fomentato il conflitto. Secondo Putin, che oggi ha incontrato i rappresentanti della stampa occidentale, sia le forze del presidente Bashar Assad sia quelle dell’opposizione devono ritirarsi dalle città e porre fine allo spargimento di sangue. Il fatto che l’Occidente non abbia chiesto all’opposizione di ritirarsi, sostiene il premier, ha incoraggiato gli attivisti a continuare a combattere. “Vogliono che Assad si ritiri in modo che l’opposizione possa occupare le città? E’ un approccio bilanciato?”, ha chiesto Putin, secondo le dichiarazioni riportate dalla tv di Stato.

Putin non ha però voluto fare ipotesi sulla possibilità che Assad possa mantenere il potere, affermando che le riforme in Siria sono da tempo rallentate e che non è chiaro se il governo e l’opposizione riusciranno a trovare un accordo. Il premier ha poi insistito sul punto che la Russia non è contraria alle risoluzioni delle Nazioni unite per motivi economici, ma perché vuole contribuire a porre fine alle ostilità. Mosca inoltre non vuole che si ripeta ciò che è già avvenuto con la Libia, dove una campagna Nato autorizzata dall’Onu aiutò i ribelli libici a fare cadere Muammar Gheddafi. “Invece di incoraggiare le parti al conflitto – ha detto – è necessario costringerle a sedersi a un tavolo per iniziare le procedure politiche e avviare riforme che possano essere accettate da tutti coloro che partecipano al conflitto”. La Siria è l’unico alleato della Russia in Medioriente, legame stretto ai tempi della Guerra fredda, quando a Damasco governava Hafez Assad, padre dell’attuale presidente.

Nel suo incontro con i giornalisti, Putin ha avuto anche modo di fare accenno all’Iran, ribadendo la sua contrarietà a un’eventuale azione militare. “Per noi un attacco all’Iran avrebbe conseguenze estremamente negative”, ha detto il primo ministro spiegando che un’azione militare creerebbe un enorme flusso di rifugiati in direzione della Russia.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata