Sono almeno 54 le persone uccise in diverse parti della Siria nella repressione delle forze di sicurezza fedeli al presidente Bashar Assad. Lo riporta l’Osservatorio siriano per i diritti umani, precisando che la metà delle vittime ha perso la vita in raid del governo in tre villaggi di Idlib, provincia nel nordovest del Paese. Dieci civili sono morti in aree residenziali della città di Homs, mentre altri cinque cadaveri sono stati trovati nel quartiere ribelle di Baba Amr, il più colpito dagli ultimi assalti del regime. Le truppe governative, aggiunge l’Osservatorio, hanno aperto il fuoco sui manifestanti in diverse altre città.

Le nuove violenze si verificano il giorno prima che Kofi Annan, inviato speciale di Lega araba e Nazioni unite in Siria, incontri domani mattina a Damasco il presidente Bashar Assad. La notizia della visita è stata annunciata dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, che ha detto a un gruppo di giornalisti che la priorità di Annan è il raggiungimento immediato della fine delle violenze da parte di soldati governativi e combattenti dell’opposizione. Se questo non potrà avvenire simultaneamente, ha continuato Ban, allora sarà richiesto prima alle forze del regime di abbandonare le armi. Un cessate il fuoco, ha concluso Ban, sarà velocemente seguito da colloqui politici per risolvere il conflitto iniziato quasi un anno fa. Annan, ex segretario generale dell’Onu, è stato scelto il mese scorso come inviato speciale congiunto da Lega araba e Nazioni unite. Oggi il diplomatico ha tenuto una teleconferenza di un’ora e mezza sulla Siria con il segretario generale della Lega araba, Nabil Elaraby.

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