New York (New York, Usa), 16 mar. (LaPresse/AP) – Il 17 settembre dello scorso anno, al grido di ‘Siamo il 99%’ e con l’installazione di un gruppo di tende nel centro di Manhattan, nasceva a New York Occupy Wall Street. Domani il movimento simbolo della lotta contro il nuovo capitalismo finanziario e l’ineguaglianza sociale ed economica, che è stato capace di varcare le frontiere degli Usa per arrivare nelle piazze di tutto il mondo, compie dunque sei mesi. Benché con l’inizio del nuovo anno la forza della protesta ha perso slancio, anche a causa dei ripetuti sgomberi ad opera della polizia e della mancanza di fondi (solo 119mila dollari rimangono sul conto di Occupy, l’equivalente di due settimane di spese), le conquiste del movimento non sono state poche. Prima fra tutte la capacità di influenzare il dialogo nazionale e mondiale sull’eguaglianza economica, facendo entrare la parola ‘occupy’ nel lessico comune, non solo anglosassone. Nel terzo discorso sullo stato dell’Unione, anche il presidente Barack Obama ha fatto appello a un’eguaglianza di reddito che ha fatto eco alle richieste dei dimostranti.

CELEBRAZIONI E POLITICA. I membri del movimento celebreranno domani i sei mesi di vita con una manifestazione a Zuccotti Park, il luogo simbolo della protesta, dove per settimane sono rimasti accampati, fino allo sgombero di novembre. Gli organizzatori sperano che l’occasione sia anche un modo per raccogliere nuove donazioni, necessarie a dar vita a una nuova primavera. Non manca però uno sguardo al futuro anche in ambito politico, come dimostrano un paio di esperienze in altri Stati americani. L’attivista Asher Platts, per esempio, concorrerà per il Senato statale del Maine come candidata ‘Clean Elections’, ossia sostenuta da donazioni popolari da 100 dollari o meno. A Philadelphia, invece, il manifestante Nathan I. Kleinman sta conducendo una campagna per il Congresso contro la deputata della Pennsylvania Allyson Schwartz, alle primarie democratiche del 24 aprile, nonostante alcuni intoppi nella raccolta delle firme per la sua candidatura.

TASSA DI CUOMO AI SUPER RICCHI. Oltre alla mobilitazione e alla sensibilizzazione a livello mondiale, i manifestanti possono però vantare alcune conquiste concrete in diverse città statunitensi. Ad Albany, per esempio, il movimento ha condotto una battaglia contro il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo, soprannominato ‘Governatore 1 per cento’, criticando la sua reticenza ad approvare un’imposta sui super ricchi e il sostegno alla sua campagna elettorale, derivante soprattutto da dirigenti di aziende. Cuomo aveva provato a sfrattare i manifestanti di Occupy Albany da un parco di proprietà cittadina e statale, ma il sindaco della città Gerald Jennings aveva consentito ai dimostranti di continuare la protesta. In una mossa a sorpresa, Cuomo a dicembre ha cambiato la sua posizione sulla tassa ai milionari, per evitare nuovi tagli a scuola e settore sanitario. Una decisione che ha permesso anche di abbassare le imposte sulla classe media. I deputati democratici hanno legato la decisione di Cuomo in parte anche alle richieste e alla pressione esercitata da Occupy che per mesi lo ha preso di mira durante le proteste.

ATTENZIONE AL SOCIALE. Gli interventi di Occupy sono andati soprattutto alle piccole realtà di quartiere, con un sguardo particolare alle fasce più disagiate. Come a Rhode Island, dove il gruppo Occupy Providence ha fatto pressioni per ottenere un centro diurno temporaneo per ospitare i senza tetto durante l’inverno. I manifestanti hanno fatto dell’apertura del centro una condizione necessaria per lasciare un parco dove erano accampati da oltre tre mesi. Ad Atlanta invece il movimento ha aiutato un pastore, che da tempo lottava per pagare i debiti dopo che la sua chiesa era stata distrutta da un tornado del 2008, a evitare il pignoramento. Una banca gli ha infatti concesso il prestito sperato, spiega il reverendo Dexter Johnson, proprio grazie alla dimostrazioni di Occupy i cui membri si sono accampati fuori dall’edificio religioso per settimane.

SOSTEGNO AI VETERANI. Attenzione poi ai veterani di guerra, che non in pochi casi lamentano l’abbandono da parte delle istituzioni una volta rientrati in patria. Ad Atlanta, il movimento Occupy ha aiutato una veterana dell’Iraq a evitare il pignoramento. “Credo fermamente che Occupy Atlanta mi abbia aiutato a salvare la mia casa”, ha dichiarato la donna, Brigitte Walker, all’Huffington Post. Allo stesso modo, Occupy Minneapolis ha dato il proprio sostegno a un ex marine che avrebbe dovuto affrontare uno sfratto dalla propria casa, aiutandolo a evitarlo.

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