Santiago (Cile), 30 mar. (LaPresse/AP) – Gruppi di giovani incappucciati si sono scontrati ieri con la polizia a Santiago, la capitale del Cile, durante manifestazioni organizzate in occasione della cosiddetta ‘Giornata del combattente’, in cui si commemora la morte di due attivisti, i fratelli Vergara Toledo, uccisi dalla polizia il 29 marzo del 1985, durante la dittatura del generale Augusto Pinochet. Oltre 1.500 poliziotti sono stati dispiegati nel corso della protesta di ieri. Gli agenti hanno usato gas lacrimogeni e idranti per disperdere le centianaia di manifestanti radunati all’Università di Santiago, dove le lezioni sono state sospese. Molti attivisti cileni criticano tuttavia i giovani che ogni 29 marzo organizzano manifestazioni violente. A loro parere, la violenza viene sfruttata dai media e dalle autorità per mettere in cattiva luce il movimento che lotta per cambiamenti sociali.
Viviana Diaz, a capo di un gruppo di familiari delle vittime della dittatura, ha affermato che gli estremisti dovrebbero rinunciare alla violenza e cercare di imparare invece che cosa i due giovani uccisi nel 1985 stavano cercando di ottenere. Il gruppo per i diritti umani Londres 38 ha annunciato che organizzerà un dibattito volto a decidere come dovrebbe essere commemorata la Giornata del combattente. “Con il passare del tempo i media e i governi hanno usato questo giorno per criminalizzare le proteste sociali”, ha affermato il gruppo in un comunicato. “Crediamo – si legge nella nota – che il vero significato di questo giorno dovrebbe essere salvato: un giorno in cui ricordare questi giovani che si erano impegnati a rispondere alle richieste delle loro comunità e a lottare per ottenere migliori condizioni di vita per il popolo”. Dopo il 1990 le autorità hanno aperto un’indagine sulla morte dei fratelli Vergara Toledo. Un capo della polizia è stato condannato a 15 anni in carcere e altri due ufficiali a 10 anni di prigione.
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