Abuja (Nigeria), 19 apr. (LaPresse/AP) – Le autorità nigeriane hanno aperto una prigione segreta a Lagos, nel sud del Paese, che servirà per interrogare e tenere prigionieri i membri della setta islamica Boko Haram, responsabile di almeno 430 omicidi solo da inizio anno. Lo ha rivelato ad Associated Press un ufficiale di sicurezza, precisando che il centro detentivo è stato costruito a Lagos per permettere a diverse agenzie di sicurezza di collaborare insieme per fermare gli attacchi del gruppo. “Tutti i sospettati – ha spiegato la fonte coperta dall’anonimato – saranno portati al centro e poi interrogati da un gruppo di sicurezza”. La prigione, ha proseguito, è stata costruita sotto gli ordini del generale Andrew Owoye Azazi, consigliere della sicurezza nazionale. Funzionari della polizia segreta nigeriana contattati da AP non hanno negato l’esistenza del carcere.
La notizia ha scatenato le preoccupazioni dei gruppi per i diritti umani, in quanto polizia ed esercito nigeriani hanno praticato in passato torture in carcere e sono stati accusati di aver ucciso detenuti in custodia. Gli abusi sono stati documentati. “Gli attacchi di gruppi armati non assolvono il governo nigeriano dalla responsabilità di condurre operazioni di sicurezza in una maniera conforme al diritto nazionale e internazionale”, ha dichiarato Amnesty International in una nota diffusa oggi. “Le detenzioni illegali e in segregazione – conclude il comunicato – devono cessare immediatamente”. Non è chiaro se governi stranieri abbiano offerto consigli o assistenza alla Nigeria per l’apertura del carcere segreto, ma l’ambasciatore statunitense nel Paese, Terence P. McCulley, ha riferito ai giornalisti che Washington “sta lavorando con il governo nigeriano per aiutare a sviluppare una strategia antiterrorismo che includa magari un centro da cui coordinare meglio informazioni e dati dell’intelligence”.