Leidschendam (Olanda), 26 apr. (LaPresse/AP) – La Corte speciale per la Sierra Leone, con sede a L’Aia, ha dichiarato l’ex presidente liberiano Charles Taylor “penalmente responsabile” per crimini di guerra e contro l’umanità commessi durante la guerra civile in Sierra Leone. Secondo il giudice che ha presieduto l’udienza, Richard Lussick, i procuratori hanno dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che Taylor è “penalmente responsabile” per aver aiutato i ribelli in Sierra Leone in cambio di diamanti insanguinati durante la brutale guerra civile . L’ex presidente liberiano si è dichiarato non colpevole per 11 capi d’accusa, tra cui omicidio, stupro e reclutamento di bambini soldato.

Si tratta del primo ex capo di Stato africano condannato da un tribunale internazionale. Secondo la procura, l’ex signore della guerra diventato poi presidente avrebbe fornito armi, munizioni e materiali per fabbricare mine ai ribelli in cambio di diamanti insanguinati e potere nella regione africana durante la guerra civile in Sierra Leone. Taylor si è sempre definito una vittima innocente del neocolonialismo e di un processo politico rivolto a evitare un suo ritorno al potere in Liberia. Nei sette mesi di testimonianze, si è mostrato come un pacificatore e un uomo di Stato nell’Africa occidentale.

LE ACCUSE A TAYLOR. L’accusa sostiene invece che Taylor abbia appoggiato brutali gruppi di ribelli in Sierra Leone, di cui due sono stati addirittura definiti il suo “esercito alleato”. I combattenti erano noti per il taglio degli arti dei nemici in quella che è diventata un’atrocità simbolo del sanguinoso conflitto civile in Sierra Leone. Al processo fu chiamata a testimoniare anche la top model Naomi Campbell, che negò di aver ricevuto da Taylor dei diamanti. L’ex presidente liberiano deve rispondere di 11 capi d’accusa tra cui omicidio, schiavitù sessuale e reclutamento di bambini soldato. Se sarà condannato rischia l’ergastolo, che dovrà scontare nel Regno Unito. Il processo è terminato l’anno scorso e da quel momento i giudici hanno iniziato il dibattito per determinarne il verdetto. La sentenza, qualunque essa sia, sarà storica per la giustizia internazionale, perché l’unico ex capo di Stato condannato da un tribunale internazionale è stato Karl Doenitz, ufficiale della marina tedesca diventato presidente per breve tempo dopo il suicidio di Adolf Hitler. Doenitz fu giudicato durante il processo di Norimberga.

CHI E’ CHARLES TAYLOR. Taylor, che ha ricevuto la sua formazione militare dal regime dell’ex leader libico Muammar Gheddafi, è stato incriminato nel 2003, l’anno dopo la fine della guerra civile in Sierra Leone, in cui hanno perso la vita oltre 50mila persone. È stato arrestato nel 2006 e poi estradato a L’Aia per il processo. Quello di Taylor è l’ultimo processo importante della Corte speciale per la Sierra Leone, che negli ultimi anni ha già condannato altri otto leader dei ribelli. La sede centrale del tribunale è a Freetown, capitale della Sierra Leone, ma il caso dell’ex presidente liberiano è stato trasferito a L’Aia quando il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha espresso preoccupazioni su una destabilizzazione della regione africana se fosse stato invece processato in Sierra Leone. “Questo processo è molto importante per tutte le vittime, perché ci aiuterà a rimarginare le ferite”, ha detto Jabati Mambu, un uomo originario della Sierra Leone a cui è stata tagliata la mano destra dai ribelli durante la guerra civile. Mambu era presente all’inizio del processo e ha riferito ad Associated Press da Freetown di essere impaziente riguardo al verdetto.

GLI ALTRI LEADER PERSEGUITI A L’AIA. Un altro ex presidente africano attualmente detenuto a L’Aia per crimini contro l’umanità è l’ivoriano Laurent Gbagbo, incriminato per le atrocità commesse dall’esercito in Costa d’Avorio dopo le elezioni del 2010, vinte dall’attuale presidente Alassane Ouattara. Tra i capi d’accusa ci sono omicidio, stupro e altre forme di violenza sessuale, persecuzione e atti disumani commessi tra dicembre 2010 e aprile 2011. Gbagbo è il primo ex capo di Stato a essere processato alla Corte penale internazionale de L’Aia.

L’ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic è stato invece processato al tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia per i crimini commessi durante le guerre dei Balcani degli anni ’90, ma è morto per un attacco di cuore nella sua cella de L’Aia l’11 marzo del 2006 prima che il caso raggiungesse una conclusione. I procuratori dello stesso tribunale stanno attualmente portando a termine un verdetto contro Radovan Karadzic, ex presidente della Repubblica Serba di Bosnia-Erzegovina, accusato di essere il cervello dietro le atrocità della guerra di Bosnia del 1992-1995. Tra i capi d’imputazione contro di lui c’è anche quello di genocidio. Uno dei suoi generali, Ratko Mladic, è stato estradato a L’Aia il primo giugno 2011 dopo 16 anni di latitanza. Il processo per genocidio, crimini di guerra e contro l’umanità è ancora in corso. L’ex generale serbo bosniaco è noto soprattutto per il massacro di Srebrenica del 1995, in cui furono assassinati migliaia di bosniaci musulmani.

I CASI NOTI AFFRONTATI DALLA CPI. La Corte penale internazionale de L’Aia ha incriminato l’anno scorso il leader libico Muammar Gheddafi, il figlio Saif al-Islam e l’ex capo dell’intelligence Abdullah al-Senoussi per crimini contro l’umanità, compresi omicidi multipli commessi durante la repressione del dissenso da parte del regime libico. L’ex raìs è stato catturato e ucciso dai ribelli prima di finire in tribunale, mentre Saif al-Islam è detenuto in Libia dal Consiglio nazionale di transizione, con cui il tribunale de L’Aia è in disputa legale per decidere chi debba condurne il processo. Al-Senoussi è stato arrestato a marzo in Mauritania e la Libia ne ha chiesto l’estradizione per giudicarlo nel Paese.

Dalla sua istituzione avvenuta a luglio del 2002, la prima condanna della Corte penale internazionale è stata emessa lo scorso 14 marzo contro Thomas Lubanga, ex signore della guerra congolese, giudicato colpevole per il reclutamento di bambini soldato. Il verdetto è stato anche il primo a concentrarsi esclusivamente sui crimini contro i minori obbligati a diventare soldati. Lubanga rischia l’ergastolo, ma la data dell’udienza in cui verrà annunciata la pena non è ancora stata fissata.

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