Beirut (Libano), 18 mag. (LaPresse/AP) – Le forze di sicurezza siriane hanno lanciato gas lacrimogeni e sparato con munizioni vere sulla folla che oggi ha manifestato nella città di Aleppo. Secondo gli attivisti quella odierna è la maggiore manifestazione nella città settentrionale da marzo 2011, quando iniziarono le rivolte contro il presidente Bashar Assad.
Ad Aleppo il sentimento contro il regime è aumentato particolarmente dopo l’attacco ai dormitori dell’università di inizio mese, che ha provocato la morte di quattro studenti e costretto alla chiusura temporanea dell’istituto. Ieri 15mila studenti avevano manifestato fuori dai cancelli dell’università cittadina in presenza degli osservatori Onu prima dell’intervento delle forze dell’ordine. Oggi, in una marcia battezzata ‘Gli eroi dell’università di Aleppo’, in solidarietà con gli studenti attaccati nel raid di inizio mese, la folla in strada era ancora più ampia.
Secondo quanto riporta l’attivista Mohammad Saeed, oltre 10mila persone hanno marciato solo nei distretti di Salaheddine e al-Shaar, mentre altre migliaia hanno protestato in diverse zone della città. “Il numero di dimostranti aumenta ogni giorno, e oggi abbiamo assistito alle proteste maggiori”, ha detto Saeed, aggiungendo che molti dimostranti sono stati feriti dai lacrimogeni e dalle pallottole sparate dalle guardie per disperdere la folla. Secondo il direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdul-Rahman, la protesta ha mostrato che “in questi giorni ad Aleppo è avvenuta una vera sollevazione”.
Migliaia di persone in tutto il Paese sono scese in strada in segno di solidarietà con la popolazione della città settentrionale, grande centro economico rimasto finora per lo più leale ad Assad nel corso delle ribellioni. Secondo l’opposizione le forze del governo hanno sparato in diverse altre zone della Siria, come i sobborghi di Damasco e la città centrale di Hama. Il regime avrebbe anche bombardato Rastan, città sotto controllo dei ribelli da gennaio.
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