Damasco (Siria), 5 giu. (LaPresse) – La Siria ha annunciato l’espulsione degli ambasciatori di alcuni Paesi occidentali fra cui l’Italia, dichiarandoli “indesiderati”. A comunicarlo è stato il ministero degli Esteri tramite una nota del suo portavoce, Jihad Makdessi. La lista delle “persone non grate” include gli ambasciatori di Stati Uniti, Regno Unito, Turchia, Francia, Spagna e Svizzera. Inoltre la Siria definisce indesiderati gli incaricati d’affari di Belgio, Bulgaria, Germania e Canada, insieme ai collaboratori di alcuni ambasciatori.
LA REPLICA DELLA FARNESINA. A seguito della decisione della Siria, la Farnesina sottolinea che è stata l’Italia a richiamare il suo ambasciatore a Damasco lo scorso 14 marzo. I Paesi colpiti dall’ordine di espulsione avevano infatti già ritirato i loro ambasciatori in Siria. La decisione ha tuttavia un forte valore simbolico e indica quanto i rapporti diplomatici si siano deteriorati dall’inizio della rivolta nel Paese nel marzo del 2011.
SIRIA: E’ RISPOSTA A ESPULSIONE NOSTRI AMBASCIATORI. La Siria spiega che la decisione di dichiarare indesiderati i diplomatici è una risposta all’espulsione dei suoi ambasciatori. “Alcuni Paesi hanno informato le nostre missioni diplomatiche e gli staff delle nostre ambasciate che non sono i benvenuti”, afferma il portavoce del ministero degli Esteri siriano Jihad Makdessi in una nota, aggiungendo che Damasco ha così deciso di adottare “misure analoghe” nei confronti degli ambasciatori di Usa, Regno Unito, Turchia, Svizzera, Francia, Italia e Spagna e di altri diplomatici. La scorsa settimana alcuni Paesi occidentali, tra cui l’Italia, hanno espulso gli ambasciatori siriani con una decisione coordinata contro il regime del presidente Bashar Assad a seguito dell’uccisione a Hula di almeno 108 persone, la maggior parte donne e bambini.
DAMASCO: OK ACCESSO AIUTI UMANITARI. Damasco apre intanto le porte agli aiuti. Il regime siriano ha dato il permesso agli operatori umanitari di accedere alle quattro province più colpite dalle violenze, ovvero Homs, Deir el-Zour, Daraa e Idlib. Il portavoce dell’Ufficio delle Nazioni unite per il coordinamento degli affari umanitari, John Ging, ha spiegato che il regime e l’ambasciatore siriano in Svizzera hanno promesso di garantire visti agli operatori e di risolvere eventuali problemi burocratici che finora avevano bloccato gli aiuti di nove agenzie Onu e sette organizzazioni non governative.