New York (New York, Usa), 7 giu. (LaPresse/AP) – Dopo la denuncia degli attivisti siriani in merito a una nuova strage avvenuta ieri a Hama, dove almeno 78 persone avrebbero perso la vita, l’inviato speciale dell’Onu e della Lega araba, Kofi Annan, proporrà oggi al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite di incaricare un gruppo di potenze globali e regionali, tra cui l’Iran, di trovare una strategia volta a porre fine al conflitto in Siria.

LA QUESTIONE SIRIANA ALLE NAZIONI UNITE. In programma oggi, a partire dalle 16 ora italiana, una sessione dell’Assemblea generale, a cui parteciperanno anche il segretario generale Ban Ki-moon, il segretario della Lega araba Nabil Elaraby e l’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Navi Pillay. A questa farà seguito l’incontro a porte chiuse del Consiglio di sicurezza, al via alle 21 ora italiana. Più tardi Annan cenerà con gli ambasciatori dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza. Fonti diplomatiche hanno riferito che l’inviato presenterà all’Onu un piano per creare un “gruppo di contatto”, la cui proposta finale dovrà essere accettabile per Russia e Cina, ma anche per Unione europea e Stati Uniti, secondo cui il presidente siriano Bashar Assad deve lasciare il potere. Inoltre, hanno aggiunto i diplomatici, non è escluso che i leader mondiali terranno un incontro sulla Siria a margine del summit del G20 del 18 e 19 giugno in Messico.

CLINTON DICE NO ALL’IRAN. L’ipotesi di un ruolo di Teheran nella mediazione per porre fine alla crisi è stata però già respinta dal segretario di Stato statunitense Hillary Clinton. “È un po’ difficile – ha affermato – immaginare di invitare un Paese che sta sostenendo le aggressioni del regime di Assad contro il popolo” siriano. Il segretario ha parlato ieri dall’Azerbaigian, prima di partire per Istanbul, dove ha partecipato a un incontro a porte chiuse dei membri del cosiddetto gruppo ‘Amici della Siria’. L’Iran ha mantenuto stretti rapporti con il presidente siriano Bashar Assad e l’amministrazione Obama ha più volte criticato Teheran per il sostegno materiale fornito alle forze di sicurezza siriane. La Clinton ha sottolineato nuovamente piuttosto la necessità di procedere con la transizione dei poteri. “È chiaro – ha aggiunto – che il presidente Assad non può e non è riuscito a portare pace, stabilità o cambiamenti positivi al popolo siriano e, anzi, ha lavorato contro queste tre cose. È ora che tutti noi ci concentriamo su una regolare transizione del potere in Siria che potrebbe preparare il terreno per un futuro democratico, tollerante e pluralistico”.

USA CHIEDONO TRANSIZIONE POTERI. Secondo quanto riporta un funzionario del dipartimento di Stato Usa, durante l’incontro di Istanbul la Clinton ha delineato una serie di principi secondo cui dovrebbe essere organizzata la strategia per la transizione post-Assad. “Considerate le terribili violenze che continuano, tra cui quelle più recenti a Lattakia e Hama, il gruppo ha ovviamente parlato di come aumentare le pressioni sul regime di Assad e i suoi sostenitori”, ha riferito il funzionario Usa, che ha chiesto di rimanere anonimo perché i colloqui erano privati. All’incontro non hanno partecipato Russia e Cina. Entrambi i Paesi sono contrari alle sanzioni contro il governo di Damasco e a un intervento militare simile a quello in Libia. Il prossimo incontro degli ‘Amici della Siria’, a cui parteciperanno rappresentanti di circa 70 governi, si terrà il 6 luglio a Parigi.

RUSSIA E CINA DIFENDONO PIANO ANNAN. Difficile però riuscire a trovare una vera soluzione senza il sostegno di Cina e Russia. Ieri il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato a Pechino l’omologo cinese Hu Jintao. I due hanno ribadito di essere “fortemente contrari a qualsiasi tentativo di rispondere alla crisi siriana con un intervento militare dall’esterno nonché a un cambiamento del regime imposto con la forza”. Dello stesso avviso il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, il quale ha ribadito l’importanza di fare riferimento al piano di pace di Annan. “La Russia – ha detto il ministro – considera fondamentale l’applicazione del piano di pace di Kofi Annan e della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu con cui questo piano è stato approvato. Crediamo che sia necessario convocare un vertice dei Paesi che hanno una vera influenza sui vari gruppi dell’opposizione (siriana, ndr)”. Secondo Lavrov, al meeting dovrebbero partecipare i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu, Turchia, Iran, Lega araba, Unione europea e Organizzazione della conferenza islamica. Il ministro ha poi criticato gli incontri degli ‘Amici della Siria’, sostenendo che siano “incentrati soltanto sul sostegno per il Consiglio nazionale siriano e le sue richieste radicali”. La conferenza convocata dalla Russia, ha spiegato il ministro, servirebbe invece a fare pressioni sull’opposizione siriana affinché “ponga fine a tutte le violenze e si sieda al tavolo dei negoziati”.

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