Denver (Colorado, Usa), 21 lug. (LaPresse/AP) – Per un attimo è sembrato di essere entrati nel film, tra spari e fumo. Ma sono bastati pochi istanti per tornare alla cruda realtà. Un solo uomo, James Holmes, alle parole “Sono Joker”, ha annientato 12 vite di spettatori giunti ieri in un cinema di Aurora, nei pressi di Denver, in Colorado, per assistere alla prima dell’ultimo film di Batman, ‘The dark knight rises’. Molti di più i feriti, 58, rivelano le autorità. I testimoni raccontano di aver visto a un certo punto una sagoma umana vicino allo schermo che puntava una pistola verso gli spettatori. “L’uomo ha lanciato delle specie di bombole, poi i testimoni hanno sentito un rumore simile a un sibilo. È fuoriuscito del gas e l’uomo ha aperto il fuoco”, ha spiegato il capo della polizia, Dan Oates.
ARRESTATO IL KILLER, HA 24 ANNI. La polizia ha impiegato tra i 60 e i 90 secondi per giungere sul posto, dopo che l’allarme è stato lanciato alle 00.39 ora locale (le 8.39 di questa mattina in Italia). Poco dopo l’arrivo sul posto è stato fermato il 24enne Holmes, che sembra sia stato l’unico autore della sparatoria. Holmes è stato ammanettato mentre si trovava vicino alla sua auto, parcheggiata dietro il cinema, ha spiegato ancora Oates, aggiungendo che alla fine sul posto sono intervenuti 200 poliziotti. Gli agenti gli hanno trovato addosso un fucile d’assalto Ar-15 (versione civile dell’M-16 militare), un fucile a pompa Remington calibro .12 e una Glock calibro .40. Una seconda pistola identica era nella macchina. Il giovane fino a poco tempo fa aveva fatto parte di un programma di dottorato in neuroscienze dell’università del Colorado-Denver. Un vicino di casa della famiglia, che vive in California, lo ha descritto come un solitario. La madre è infermiera, mentre il padre è manager di una società di computer. Il 24enne ha anche una sorella minore. Dopo la strage la famiglia si è affrettata a dirsi vicina alle persone rimaste coinvolte.
LA PERQUISIZIONE DELLA CASA. Dopo l’arresto, da quanto riferiscono gli agenti, Holmes non ha voluto parlare con gli investigatori. Ma le forze di sicurezza si sono recate subito nella sua casa, al terzo piano di un edificio a sei chilometri dal luogo della sparatoria, dopo che il giovane ha rivelato la presenza nell’appartamento di una grande quantità di esplosivi. Gli agenti di Fbi e polizia hanno rotto il vetro della finestra e hanno posizionato su un palo una telecamera in modo da riprendere l’interno della casa. Secondo quanto riferisce ancora Oates, le immagini sono inquietanti. L’appartamento è infatti pieno di trappole esplosive e la polizia ha fatto evacuare cinque edifici circostanti per precauzione, prima di tentare di disinnescare gli ordigni, che appaiono abbastanza sofisticati.
LA TRAGEDIA DI JESSICA, SCAMPATA ALLA STRAGE DI TORONTO. Tra le 12 vittime della sparatoria c’è anche Jessica Ghawi, blogger sportiva sopravvissuta alla recente sparatoria avvenuta in un centro commerciale di Toronto. A rivelarlo è stato il fratello della donna, anche nota come Jessica Redfield. La ragazza, poco prima di recarsi al cinema, scriveva sul suo profilo di Twitter: “Non avrei mai pensato di dover costringere una persona a vedere lo spettacolo di mezzanotte di ‘The dark knight rises’ con me” e quindi l’ultimo messaggino: “Il film non inizia prima di 20 minuti”. Poi silenzio. Alcune ore più tardi il fratello della donna ne annunciava la morte, a sua volta con un tweet: “Sembra che mia sorella sia stata ferita mortalmente nella sparatoria di massa alla prima del film a Denver (Colorado)”. L’uomo ha poi confermato il decesso ai media, comparendo anche al Today show. Parlando con Associated Press, Jordan ha definito la morte della sorella “un totale e completo shock”.
OBAMA E ROMNEY FERMANO LA CAMPAGNA ELETTORALE. La strage di Denver ha sconvolto società civile e politica. Parole di cordoglio sono arrivate dal presidente Barack Obama, che si trovava in Florida per un evento elettorale, e dallo sfidante repubblicano nella corsa alla Casa Bianca, Mitt Romney. Obama si è detto “scioccato e rattristato”. “Sono commosso dal vostro appoggio, ma ci saranno altri giorni per la politica. Questo è un giorno dedicato alla preghiera e alla riflessione”, ha detto alla folla riunita a Fort Myers. Parole simili da Romney, il quale ha detto ai sostenitori in New Hampshire che ora è il momento del dolore e del ricordo.
BLOOMBERG: CANDIDATI AFFRONTINO PROBLEMA ARMI. Parole più risolute sono arrivate invece dal sindaco di New York, Michael Bloomberg, che ha esortato i due candidati alle presidenziali ad affrontare il tema della lotta alla violenza legata alle armi da fuoco. “Le parole di conforto sono carine – ha detto il sindaco nel suo radio show settimanale – ma è ora che i due candidati ci dicano cosa vogliono fare per combattere il problema che, è evidente, riguarda tutto il Paese”. Quindi ha continuato: “Ci sono tanti omicidi con armi da fuoco ogni giorno, bisogna fermarli. E’ un problema reale. Non importa cosa pensiate del Secondo Emendamento sulle armi da fuoco. Abbiamo il diritto di sentire da entrambi i candidati cosa vogliono fare concretamente, e non soltanto in termini generici, sul problema delle armi”.
LA SPARATORIA PEGGIORE DAL VIRGINIA TECH. Quella di Denver è l’ennesima strage condotta con armi da fuoco da un cittadino statunitense in patria. La peggiore da quella del campus del Virginia Tech nel 2007 (33 morti, compreso l’omicida), e simile come portata a quella della scuola Columbine, sempre in Colorado, del 1999, dove due studenti aprirono il fuoco uccidendo 12 compagni e un insegnante. Tra i feriti di Denver ci sono anche dei bambini, tra cui uno di tre mesi.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata