El-Arish (Egitto), 6 ago. (LaPresse/AP) – “Le forze armate sono state attente nei mesi scorsi e durante il periodo della rivoluzione a non spargere sangue egiziano. Ma il gruppo che ha condotto l’attacco di ieri è considerato dalle forze armate come nemico della nazione che deve essere affrontato con la forza”. Così, in un comunicato, l’esercito egiziano ha commentato l’attacco condotto nei pressi di un posto di blocco al confine tra la Striscia di Gaza e Israele, in cui hanno perso la vita 16 soldati egiziani. Secondo le forze armate, all’azione avrebbero partecipato 35 militanti, sei dei quali, da quanto riferiscono le autorità del Cairo, sono stati uccisi. Secondo il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, i militanti uccisi dalle forze armate di Tel Aviv sarebbero invece otto.
SOSPETTI AIUTI DALLA STRISCIA DI GAZA. Nella prima indicazione del fatto che gli assalitori potrebbero aver avuto il sostegno di militanti palestinesi, la nota dell’esercito egiziano riferisce che “elementi della Striscia di Gaza” hanno aiutato gli assalitori bombardando il passaggio di confine di Karam Abu Salem con colpi di mortaio mentre l’attacco era in corso. Intanto, le forze di sicurezza fanno sapere di aver inviato sulla città di confine di El-Arish unità anti-terrorismo e pattuglie di polizia ed esercito che stanno lavorando sul terreno, mentre aerei controllano la situazione dall’alto. Elicotteri armati dovrebbero unirsi ai due velivoli che già si trovano in zona. “Questo episodio – ha commentato il portavoce del presidente egiziano Mohamed Morsi, Yasser Ali – è una enorme calamità per l’Egitto”.
TRE GIORNI DI LUTTO. MORSI: AUTORI LA PAGHERANNO. Oggi, durante un incontro di emergenza con i comandanti dell’esercito e delle forze di sicurezza, lo stesso Morsi aveva promesso che gli assalitori “la pagheranno cara”. “Non è possibile dimenticare questo tradimento, questa aggressione e questo crimine. L’esercito controllerà tutto il territorio del Sinai”, ha commentato Morsi che ha proclamato tre giorni di lutto nazionale e rivelato che è stato emesso un mandato di arresto per gli autori dell’attacco. Intanto i Fratelli musulmani hanno fatto appello alle autorità del Cairo affinché adottino tutte le misure necessarie per “affrontare questa grave sfida per la sovranità dell’Egitto e per proteggere il Sinai da tutti i gruppi armati”.
NETANYAHU VISITA LUOGO ATTACCO. Sul luogo dell’attacco oggi è arrivato anche il premier israeliano, Benjamin Netanyahu. “Israele ed Egitto – ha dichiarato – hanno un interesse comune nel mantenimento di un confine tranquillo. Ma quando si parla della sicurezza dei cittadini israeliani, Israele deve contare e conterà soltanto su se stesso”. Netanyahu ha quindi elogiato le forze di sicurezza israeliane che hanno fermato gli assalitori per la loro rapida ed efficace risposta, e ha espresso dispiacere per la morte dei militari egiziani. “Speriamo – ha invece affermato il ministro della Difesa Ehud Barak, intervenendo alla commissione parlamentare Affari esteri e Difesa – che si tratti di un adeguato campanello d’allarme per gli egiziani affinché prendano in mano la situazione dal loro lato (del confine, ndr) con maggiore forza”.
ASSALITORI BEN EQUIPAGGIATI. Sull’episodio intanto emergono nuovi dettagli. Un portavoce dell’esercito di Tel Aviv, Yoav Mordechai, ha riferito che, dopo aver ucciso i soldati egiziani, i militanti hanno sequestrato un camion e un veicolo corazzato, dopodiché hanno fatto esplodere una delle due auto per fare breccia nella recinzione di sicurezza ed entrare in Israele. Gli assalitori, ha aggiunto Mordechai, erano armati con dispositivi esplosivi, mitragliatrici e granate. In un messaggio video diffuso dalle forze armate il comandante dell’esercito israeliano, generale Benny Gantz, ha fatto sapere che l’incidente sul lato israeliano è durato circa 15 minuti.
LA CONDANNA DI HAMAS. In merito all’assalto è arrivato in giornata anche il commento di Hamas che ha condannato “il crimine odioso commesso contro i soldati egiziani” e ha “offerto le condoglianze ai familiari delle vittime, al presidente egiziano e al governo” del Cairo. Nessuna dichiarazione tuttavia sulle voci secondo cui la responsabilità dell’assalto sarebbe da attribuire a militanti islamici provenienti da Gaza e dalla penisola del Sinai.
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