Parigi (Francia), 17 ago. (LaPresse/AP) – Nella giornata del verdetto contro le Pussy Riot, oltre 30 città del mondo, tra cui anche Milano, hanno organizzato proteste a loro sostegno. Tra le più intense quella tenuta in Ucraina da quattro attiviste del gruppo Femen, una delle quali in topless, che hanno utilizzato una motosega per abbattere una croce di legno alta quasi sei metri nella piazza centrale di Kiev. “Una croce – ha commentato Anna Gutsol, leader del gruppo – è simbolo del pregiudizio repressivo religioso che sostiene la dittatura. Ora le persone che adorano la croce vogliano mettere in carcere gli innocenti”.

A Parigi, in piazza Igor Stravinsky vicino al Centro Pompidou, i manifestanti hanno fatto eco alle proteste di Mosca, urlando ‘Svoboda! Svoboda!’, ossia libertà in russo. A Sofia, in Bulgaria, i sostenitori del gruppo punk femminista hanno vestito una statua dell’era sovietica con un passamontagna colorato, simile a quello utilizzato dai dimostranti che si sono concentrati vicino al tribunale di Mosca. Nella capitale russa, alcuni manifestanti sono stati arrestati, tra cui l’ex campione mondiale di scacchi Garry Kasparov e il leader del Fronte di sinistra Sergei Udaltsov.

Circa 150 persone hanno protestato anche davanti all’ambasciata russa a Berlino. Uno dei dimostranti mostrava un cartello con fotografie del cancelliere Angela Merkel abbracciata al presidente russo Vladimir Putin. “Il mondo vi sta guardando e a noi non piace ciò che vediamo. Siamo tutti Pussy Riot”, ha gridato nel megafono una donna dal palco, indossando un pasasmontagna rosa. Altre proteste sono in programma in diverse città, tra cui Washington, Belgrado e Milano. Qui alle 17, in via Dante, l’associazione Annaviva ha organizzato un presidio a cui prenderà parte anche Cristina Tajani, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale quale Sindaco d’agosto.

Nei giorni scorsi molti personaggi dello spettacolo hanno abbracciato la causa delle giovani musiciste. Trai nomi più in vista Madonna, Bjork e l’ex Beatle Paul McCartney. Ma c’è anche chi ha provato a contrastarle, come il gruppo serbo di estrema destra serba, Nasi, che ha lanciato online un gioco intitolato ‘Spara alle Pussy Riot – morte ai nemici’. Il gruppo di destra ha inoltre scritto sul proprio sito che le ragazze dovrebbero essere portate in ospedale per essere sottoposte a un trattamento psichiatrico.

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