Belgrado (Serbia), 23 ago. (LaPresse/AP) – Gli incendi stanno distruggendo i boschi, i fiumi si sono trasformati in fili d’acqua, inizia a mancare l’energia elettrica e il raccolto ha già subito gravi danni. È questo il bilancio della siccità e dell’ondata di caldo che ha colpito i Balcani. Secondo i meteorologi, si tratta infatti della più calda estate nella regione in quasi quarant’anni. Il sistema di irrigazione costruito ai tempi dell’ex Jugoslavia è obsoleto e la maggior parte dei territori agricoli dipende dall’acqua piovana. Tra i più colpiti il raccolto di patate e quello del mais. “Quest’anno la siccità distruggerà tra il 30 e l’80% del raccolto e in alcune zone perfino il 100%”, ha fatto sapere il ministro dell’Agricoltura croato, Tihomir Jakovina, che ha visitato questa settimana le zone colpite nell’est del Paese.
In Serbia, il ministero dell’Agricoltura ha stimato che il raccolto di mais e soia sarà dimezzato rispetto all’anno scorso, causando perdite per oltre un miliardo di euro. In Bosnia, fa sapere Sead Jelec dell’Associazione dei produttori agricoli, il caldo ha distrutto quasi il 70% delle verdure e del mais. “Gli ultimi sei anni – ha affermato Jelec – sono stati molto caldi nella regione, ma questo è definitivamente il peggiore, potremmo dire catastrofico. Gli abitanti dei Balcani dovrebbero prepararsi per un’annata davvero difficile”. In Romania i più colpiti sono invece i piccoli produttori di frutti di bosco come more, ribes e lamponi. I coltivatori non riescono infatti a produrre la quantità sufficiente di frutta per poterla esportare nell’Europa occidentale.
Intanto gli incendi hanno distrutto centinaia di ettari di foreste in Bosnia, Serbia, Croazia e Montenegro. In alcune zone al confine tra Serbia e Kosovo non è stato possibile intervenire per spegnere le fiamme a causa dei campi minati lasciati dopo la guerra del 1999. Le autorità della Bulgaria hanno vietato la navigazione di navi con carichi pesanti sul Danubio per il basso livello dell’acqua dopo che un’imbarcazione con cento turisti a bordo era rimasta bloccata nei pressi della città di Svishtov.
Le centrali idroelettriche in Serbia, Bosnia e Macedonia hanno ridotto la produzione a causa della mancanza dell’acqua e le autorità hanno avvertito che prima o poi sarà probabilmente necessario importare l’energia elettrica. Il lago Palic, nel nord della Serbia, è stato riempito artificialmente con centinaia di migliaia di litri d’acqua prelevata da un fiume per salvare i pesci e l’ecosistema locale. In Macedonia il governo ha annunciato che potrebbero essere a rischio perfino le forniture di acqua potabile e ha invitato i cittadini a ridurne il consumo.