New York (New York, Usa), 25 ago. (LaPresse/AP) – Le prove raccolte finora rivelano che Jeffrey Johnson, l’uomo che ieri ha ucciso a colpi di arma da fuoco il vicepresidente della compagnia da cui era stato licenziato, all’esterno dell’Empire State Building a New York, non ha aperto il fuoco contro la polizia. L’uomo è stato a sua volta ucciso dalla polizia, mentre nella sparatoria altre nove persone sono rimaste ferite. Ieri un testimone aveva riferito alla polizia che Johnson aveva sparato contro gli agenti, ma le autorità hanno rivelato che le prove balistiche non supportano questa tesi. La pistola calibro .45 utilizzata dal 58enne aveva 7 colpi a disposizione e l’uomo ha sparato cinque volte verso la vittima, il 41enne Steven Ercolino. Al termine della sparatoria, un colpo era rimasto nel caricatore e un altro è stato espulso quando i poliziotti hanno messo l’arma in sicurezza.

Secondo quanto si può vedere dalle immagini delle telecamere di sicurezza, gli agenti hanno avuto pochissimi istanti per reagire, quando Johnson si è girato improvvisamente mentre loro si stavano avvicinando, e ha puntato l’arma nella loro direzione. Il confronto è durato appena otto secondi. Gli ufficiali, che si trovavano molto vicino all’uomo e non hanno avuto modo di mettersi al riparo, hanno sparato quasi all’istante. Il commissario di polizia Raymond Kelly, ha spiegato che i poliziotti intervenuti si sono trovati “una pistola puntata in faccia” e “hanno risposto velocemente e in maniera appropriata. Non hanno avuto scelta”.

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