New York (New York, Usa), 30 ago. (LaPresse/AP) – Nessuna opzione è esclusa per cercare di risolvere il conflitto in corso in Siria, neanche una no-fly zone sorvegliata da una forza militare. È il messaggio lanciato da Regno Unito e Francia poco prima dell’apertura di un incontro del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla situazione umanitaria in Siria. Pur riconoscendo la difficoltà di mettere in atto la proposta turca di una zona cuscinetto dove potrebbero rifugiarsi le migliaia di persone in fuga dalle violenze, avanzata ieri dal ministro degli Esteri Ahmet Davutoglu, il segretario agli Esteri britannico William Hague ha dichiarato che Londra “non esclude alcuna opzione per il futuro”.

Una posizione che Hague ha ribadito anche di fronte alla domanda che tra queste opzioni ci sia anche una no-fly zone fatta rispettare dalla Nato, senza l’approvazione del Consiglio, come avvenne nel 1999 in Kosovo. “Non sappiamo che tipo di sviluppi avrà questa crisi nei prossimi mesi. È in costante peggioramento. Non escludiamo nulla e abbiamo piani di emergenza per una vasta gamma di scenari”, ha spiegato ancora Hague, poco prima dell’inizio dell’incontro del Consiglio.

La posizione del Regno Unito è stata appoggiata anche dal ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, che ha ricordato come i due Paesi europei “su questo punto sono completamente uniti”. Sulla proposta turca della zona cuscinetto, il ministro francese ha commentato: “Abbiamo di fronte tutte le possibilità. Non possiamo semplicemente dire sì o no, dobbiamo discutere”. Fabius ha poi voluto ribadire il suo appoggio alla popolazione siriana in difficoltà. “Assad cadrà ma noi non vi lasceremo”, ha dichiarato. Francia e Regno Unito, ha aggiunto ancora il ministro, ritengono che Bashar Assad e il suo entourage debbano essere ritenuti responsabili per i crimini commessi durante i 18 mesi di conflitto e stanno lavorando a un piano di transizione per il post-Assad. I due Paesi, ha continuato ancora Fabius, vogliono incoraggiare altri siriani e disertare dal governo, e a farlo in fretta.

Intanto, Parigi e Londra hanno annunciato nuovi contributi per aiutare profughi e rifugiati siriani. Il Regno Unito contribuirà con altri 3 milioni di sterline (3,7 milioni di euro) ai 27 milioni (34 milioni di euro) già stanziati. La Francia invece donerà altri 5 milioni di euro, oltre ai 20 milioni già versati.

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