Il Cairo (Egitto), 14 set. (LaPresse/AP) – Non si ferma la rabbia dell’universo islamico contro il film ‘Innocence of Muslims’, sul profeta Maometto. E il venerdì, giornata simbolo delle proteste nel mondo musulmano, è diventata se possibile ancora più grande. Dal Sudan, dove sono state attaccate le ambasciate di Germania e Usa, alla Tunisia, anche qui l’obiettivo principale è la sede diplomatica di Washington. Dal Libano all’Egitto, per allargarsi fino a diversi Paesi dell’Asia, tra cui Bangladesh e Malesia, e addirittura al Regno Unito.

2 MORTI A TUNISI. Due persone sono morte e altre 29 sono rimaste ferite negli scontri avvenuti ieri durante le proteste all’ambasciata Usa di Tunisi. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa ufficiale tunisina Tap, citando il ministero della Salute, entrambe le vittime sono manifestanti, mentre tra i feriti ci sono sia dimostranti che poliziotti. Le violenze sono iniziate nel pomeriggio quando decine di persone hanno preso d’assalto l’ambasciata, dando fuoco ad automobili. Fuori dall’edificio si sono radunati migliaia di dimostranti, alcuni dei quali hanno tirato pietre contro la polizia. Gli agenti hanno risposto con gas lacrimogeni e colpi di arma da fuoco. I contestatori hanno anche dato alle fiamme una scuola americana adiacente al complesso diplomatico.

UNA VITTIMA IN LIBANO. Forti scontri si sono registrati dopo la preghiera del venerdì anche in Libano, dove la folla inferocita ha dato fuoco a un ristorante Kfc e ad uno Arby nella città di Tripoli. Uno dei manifestanti è rimasto ucciso quando gli agenti hanno aperto il fuoco. I feriti sono almeno 25, tra cui 18 poliziotti.

SUDAN. Tra le piazze più calde Karthum. Nella capitale sudanese i manifestanti hanno lanciato un assalto contro l’ambasciata della Germania, dandola parzialmente alle fiamme. Quindi in migliaia si sono diretti verso quella statunitense. Qui, secondo diversi testimoni, alcuni dimostranti hanno provato a irrompere nell’edificio. Almeno tre dimostranti sarebbero rimasti feriti gravemente. I testimoni riferiscono di averli visti inerti per terra. “L’ambasciata tedesca – ha voluto precisare il ministro degli Esteri di Berlino, Guido Westerwelle – è parzialmente in fiamme, ma fortunatamente lo staff è salvo”.

SCONTRI AL CAIRO. In Egitto, al Cairo, si sono avuti scontri fra poliziotti in tenuta anti sommossa e circa cento manifestanti a pochi isolati di distanza dall’ambasciata Usa. La situazione è diventata ancora più tesa quando un imam salafita ha riscaldato piazza Tahrir, chiedendo alla folla di difendere l’islam e il suo profeta Maometto dopo la diffusione del film ritenuto blasfemo. In seguito all’appello del religioso, decine di persone si sono unite ai manifestanti. “Con la nostra anima, con il nostro sangue, ti vendicheremo, nostro profeta”, hanno urlato i dimostranti mentre gli agenti usavano gas lacrimogeni per disperdere la folla. Quando la folla ha provato ad avvicinarsi all’ambasciata Usa è stata bloccata dai cordoni della polizia che ha usato i lacrimogeni.

MARINE IN YEMEN. Intanto, a difesa della propria ambasciata a Sanaa, in Yemen, gli Usa hanno inviato in zona una squadra di marine specializzata nell’affrontare le minacce terroristiche e a difendere le sedi di diplomatiche. Un team simile era stato dispiegato mercoledì a Tripoli, in Libia, dopo l’attacco al consolato di Bengasi in cui sono rimasti uccisi l’ambasciatore Chris Stephens e tre altri ufficiali statunitensi. I feretri dei quattro saranno accolti nella serata italiana dal presidente Barack Obama e dal segretario di Stato Hillary Clinton.

MARCE DA TEHERAN A LONDRA. Le proteste anti-occidentali si sono diffuse in molti altri Stati. In Bangladesh cinquemila persone hanno marciato a Dacca, bruciando bandiere di Usa e Israele, così come avvenuto a Teheran, in Iran. In India, a Chennai, dimostranti hanno dato alle fiamme fotografie di Obama e lanciato pietre contro il consolato Usa. Contestazioni simili si sono avute anche a Gerusalemme, in Siria, nei pressi dell’ambasciata Usa chiusa da febbraio, in Pakistan, Afghanistan, Indonesia, Kashmir, Malesia e Regno Unito. A Londra, circa 250 persone hanno marciato mostrando cartelli contenenti critiche a Stati Uniti e imperialismo occidentale.

AMBASCIATE USA IN ALLERTA NEL MONDO. I disordini erano stati messi in conto dalla Casa Bianca. Oltre 50 ambasciate e consolati degli Stati Uniti hanno diffuso da mercoledì avvisi per i cittadini americani, che mettevano in guardia dal rischio che le manifestazioni potessero sfociare in violenza. La Casa Bianca si era detta pronta ad affrontare nuovi disordini. “E’ importante notare che queste proteste si stanno svolgendo in diversi Paesi del mondo in riposta al film e che il venerdì è storicamente una giornata in cui ci sono proteste nel mondo musulmano”, aveva detto il portavoce di Obama, Jay Carney. Le sedi diplomatiche americane sono state attaccate finora in Egitto, Libia e Yemen, ma proteste contro il film ‘Innocence of Muslims’ si sono tenute anche in Iran, Iraq, Bangladesh e a Gaza.

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