Ankara (Turchia), 4 ott. (LaPresse/AP) – Si fa sempre più grave la situazione al confine tra Siria e Turchia. In risposta al razzo siriano caduto sulla cittadina di confine Akçakale, la Turchia ha iniziato ieri una serie di attacchi di artiglieria verso obiettivi siriani, mentre nel primo pomeriggio il Parlamento ha dato il proprio ok a un provvedimento che autorizza le operazioni militari nel Paese vicino. Il razzo caduto ad Akçakale ha colpito una casa, uccidendo due donne e le tre figlie di una di loro, oltre a causare decine di feriti. Nel pomeriggio, però, sono arrivate le scuse del governo di Damasco che si spera possano ammorbidire la situazione.
OK PARLAMENTO A INTERVENTO ARMATO. Il Parlamento turco è stato convocato questa mattina per una riunione di emergenza e poco prima delle 14 ha approvato, con 320 voti favorevoli e 129 contrari, una proposta che permette al governo di determinare “l’ampiezza, l’estensione e i tempi” di un intervento militare. In pratica, per un anno la Turchia avrà l’autorità di decidere se inviare truppe o aerei di guerra oltre confine per colpire obiettivi siriani, ogni volta che ritenga necessario. La misura apre di fatto la strada a un’operazione unilaterale delle forze armate di Ankara, senza il coinvolgimento degli alleati occidentali e arabi. Il provvedimento accusa Damasco di aver condotto “azioni aggressive” verso il territorio turco. “Queste – si legge nel testo – sono continuate nonostante i nostri avvertimenti e le nostre iniziative diplomatiche”.
ANKARA: NON E’ DICHIARAZIONE DI GUERRA. Tuttavia il governo si rifiuta di parlare di “dichiarazione di guerra”. Il vice primo ministro Besir Atalay respinge la definizione e sostiene che il provvedimento abbia solo “le caratteristiche di un deterrente”. Dopo il primo attacco di artiglieria di ieri sera, secondo quanto riferisce l’emittente statale Trt, un’unità militare con base ad Akçakale ha ripreso i bombardamenti verso la Siria nella notte, proseguendo in mattinata.
LE SCUSE DELLA SIRIA. Da Damasco sono arrivate dapprima le condoglianze per le vittime, attraverso il ministro dell’Informazione Omran al-Zoubi che ha provato anche a smorzare la tensione, ribadendo però che la Turchia dovrebbe fare di più per controllare i suoi confini e “impedire che militanti e terroristi passino furtivamente la frontiera”. Quindi sono giunte le ammissioni e le scuse. Come confermato ancora da Atalay, il governo siriano ha rassicurato le Nazioni unite che “un incidente simile non accadrà di nuovo”.
INDIGNAZIONE INTERNAZIONALE. Condanne per l’attacco sulla cittadina di confine sono arrivate da tutto il mondo. Ieri sera il Consiglio atlantico della Nato ha tenuto una riunione di emergenza, al termine della quale ha espresso la più ferma condanna contro Damasco. Forti critiche sono giunte anche dal segretario di Stato Usa Hillary Clinton, dal segretario generale dell’Onu Ba Ki-moon e, questa mattina, anche da Catherine Ashton, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza.
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