L’Aia (Olanda), 11 ott. (LaPresse/AP) – Si apre oggi nel tribunale civile dell’Aia, in Olanda, un processo a carico di Shell avviato da alcuni agricoltori nigeriani che accusano la compagnia petrolifera di aver causato danni all’ambiente in Nigeria. Una fuoriuscita di petrolio avvenuta a giugno del 2005, afferma l’accusa, inquinò stagni per i pesci, terreni coltivabili e foreste nella regione di Oruma, nella regione del Delta del Niger. Gli agricoltori sostengono che Shell avesse impiegato 12 giorni per riparare l’oleodotto. A loro parere il guasto fu causato dalla corrosione di un tubo sotterraneo, mentre per Shell si trattò di un atto di sabotaggio. È la prima volta che una compagnia olandese viene citata in giudizio in patria per presunti danni ambientali causati da una sua controllata all’estero. Shell sostiene che il caso debba essere gestito da un tribunale nigeriano.

Gli agricoltori nigeriani chiedono che Shell ripulisca i terreni contaminati dalla fuoriuscita di petrolio. Il caso era stato avviato nel 2008 da quattro agricoltori e dal gruppo ambientalista Friends of the Earth, secondo cui il petrolio fuoriuscito contaminò acqua e terreni nei villaggi di Goi, Oruma e Ikot Ada Udo. Shell sostiene che la sua sussidiaria locale abbia già ripulito. Un altro tribunale olandese aveva accettato la posizione di Shell, secondo cui la fuoriuscita fu il risultato di un atto di sabotaggio, ma i legali dell’accusa hanno chiesto alla Corte di valutare la decisione nuovamente, affermando che l’oleodotto era gravemente corroso. Il verdetto è atteso verso la fine dell’anno o all’inizio del 2013.

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