Cairo (Egitto), 13 ott. (LaPresse/AP) – Il procuratore generale dell’Egitto, Abdel-Meguid Mahmoud, rimmarrà al suo posto. L’alto funzionario ha vinto il braccio di ferro con il presidente, Mohammed Morsi, che aveva chiesto giovedì le sue dimissioni. La decisione di Morsi godeva di un ampio sostegno pubblico, in quanto Mahmoud era stato nominato dal presidente deposto Hosni Mubarak. Tuttavia la scelta ha incontrato la forte opposizione dei magistrati, che hanno considerato la mossa dell’attuale presidenza come un’ingerenza nel potere giudiziario. La legge egiziana protegge il procuratore generale dalla possibilità di essere licenziato dal presidente. Per superare questo ostacolo Morsi aveva proposto all’alto funzionario un posto da ambasciatore in Vaticano. Mahmoud, al termine di un incontro con i collaboratori di Morsi e i suoi consiglieri, ha dichiarato all’Associated Press che si era trattato solo di “un equivoco” che è stato risolto. Il vicepresidente, Mahmoud Mekki, ha detto ai giornalisti dopo l’incontro con il magistrato che il presidente ha accettato di sospendere la decisione a seguito di una richiesta da parte del Consiglio giudiziario supremo egiziano.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata