Washington (Usa), 23 ott. (LaPresse/AP) – I candidati alla Casa Bianca si sono confrontati sui temi di politica estera nel terzo e ultimo dibattito televisivo prima delle presidenziali, che si è svolto a Boca Raton, in Florida. Siria, Afghanistan, Iran, guerre ed estremismi i temi principali, con qualche passaggio sull’economia. Il presidente in carica Barack Obama si è imposto sullo sfidante, con toni e posizioni più ferme e aggressive rispetto ai due confronti precedenti. E Mitt Romney ha finito spesso per concordare con lui, con toni ben più moderati di quelli usati in passato, per non spaventare gli indecisi.
NUOVE GUERRE. Obama ha voluto presentarsi come il leader che mette fine alle guerre, non come quello che ne inizia di nuove. Ha detto di aver concluso la guerra in Iraq, di essere sulla via per terminare il ruolo di combattimento degli Usa in Afghanistan e ha promesso di portare davanti alla giustizia i reponsabili dell’attacco al consolato in Libia dello scorso mese, in cui sono stati uccisi quattro americani, tra cui l’ambasciatore Chris Stevens. Romney ha detto, tra l’altro, di non essere favorevole al coinvolgimento militare in Siria, nonostante voglia trovare un modo per armare l’opposizione.
IRAN E ISRAELE. Accordo sull’Iran e su Israele tra i due sfidanti. Entrambi hanno espresso sostegno per lo Stato ebraico, quando è stato loro chiesto come risponderebbero se fosse attaccato da Teheran. “Se Israele venisse attaccato, siamo con loro”, ha detto Romney, e Obama: “Starò dalla parte di Israele, se sarà attaccato”. Obama ha anche detto che non permetterà all’Iran di dotarsi di armi nucleari, “finché sarò presidente”. Romney ha dichiarato che spingerà per l’isolamento diplomatico del Paese, perché la retorica del presidente Mahmoud Ahmadinejad alimenta il genocidio e deve essere perseguita secondo le leggi internazionali. Sulle sanzioni imposte, citate dal democratico come efficaci, Romney ha detto che si sarebbe dovuto fare di più: “Siamo quattro anni più vicini a un Iran nucleare”.
AFGHANISTAN. Romney ha anche appoggiato la posizione di Obama sul rientro delle truppe entro la fine del 2014. Ha ammesso i successi del democratico, aggiungendo che il programma di addestramento delle forze afghane procede e che gli Usa riusciranno nella transizione sulla sicurezza, assicurandosi che i soldati tornino a casa. In precedenza, invece, aveva criticato Obama per aver fissato una scadenza per la fine della guerra.
SIRIA. Sia Obama sia Romney si sono detti contrari all’invio di truppe in Siria per mettere fine alle violenze. Il democratico ha detto che gli Usa lavorano con gli alleati nella regione per saperne di più sull’opposizione, mentre la fornitura di armi pesanti ai gruppi che si oppongono al regime non è “una proposta semplice”. Romney ha detto che gli Stati Uniti dovrebbero avere un ruolo di leadership, identificando i gruppi all’opposizione e assicurandosi che abbiano armi.
OSAMA BIN LADEN ED ESTREMISMO. Il repubblican o ha attaccato Obama criticando le sue politiche contro l’estremismo islamico, ma lo ha elogiato per aver ordinato il raid in cui fu ucciso Osama bin Laden. “Mi congratulo con lui per aver eliminato Osama bin Laden e affrontato la leadership di al-Qaeda. Ma non possiamo uscire da questa storia solo uccidendo, dobbiamo avere una strategia comprensiva”, ha detto il repubblicano. E ha proseguito affermando che la sua stragegia è molto chiara: “Perseguire i cattivi”.
OBAMA: ROMNEY ARRETRATO. Le proposte politiche repubblicane sono arretrate, hanno radici negli anni ’80 e sulle questioni sociali nei ’50. Obama ha accusato così di arretratezza il suo rivale. “Governatore, quando si parla della nostra politica estera lei sembra volere le politiche degli anni ’80, così come sembra voler importare le politiche sociali dei ’50 e quelle economiche dei ’20”, ha accusato Obama, alludendo anche all’affermazione di Romney che in precedenza ha definito la Russia il nemico numero uno degli Usa. Romney, da parte sua, ha detto che non si dovrebbero indossare “occhiali con le lenti rosa” nei confronti del leader russo Vladimir Putin.
ECONOMIA. Accenno all’economia durante il dibattito, questione di primaria importanza per gli elettori nella loro scelta. Rispondendo a una domanda di politica estera, Obama ha deviato sulle sue iniziative per l’educazione e criticato le politiche di Romney come governatore del Massachusetts. E Romney ha fatto lo stesso, parlando dei giovani che non trovano lavoro dopo una domanda sul ruolo degli Usa nel mondo. Esasperato, il moderatore Bob Schieffer a un certo punto è intervenuto: “Fatemi tornare alla politica estera”.