Beirut (Libano), 26 ott. (LaPresse/AP) – Si è chiuso con almeno 62 vittime il primo giorno di quella che avrebbe dovuto essere la tregua temporanea dei combattimenti tra esercito siriano e ribelli in occasione della festività musulmana di Id al-Adha. Lo rendono noto gli attivisti, precisando che le vittime comprendono 24 soldati governativi e ventidue civili deceduti sotto i bombardamenti e gli spari di cecchini del regime ad Harasta e Douma, sobborghi della capitale Damasco, e nella provincia settentrionale di Idlib.

Nel giorno del cessate il fuoco concordato dalle parti sono anche esplose due autobombe, una nella capitale e l’altra a Daraa. Dieci i morti e 30 i feriti nella prima deflagrazione, tra cui anche bambini. Tre soldati hanno perso la vita nella seconda esplosione, avvenuta davanti a un posto di blocco delle forze di sicurezza. Il cessate il fuoco temporaneo fa parte della proposta di pace dell’inviato speciale di Lega araba e Nazioni unite, Lakhdar Brahimi, che aveva visto nella tregua un primo passo verso la soluzione al conflitto civile.

L’esercito siriano sostiene di aver rispettato la tregua, avendo fatto ricorso alle armi soltanto per rispondere alle violazioni commesse dalle “gang di terroristi armati”, che avrebbero aperto il fuoco contro le forze di sicurezza in diverse località del Paese. La dichiarazione è stata diffusa in una nota dell’esercito fedele al regime del presidente Bashar Assad. “Terroristi armati” è l’espressione con cui il regime di Damasco si riferisce ai ribelli.

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