Washington (Usa), 6 nov. (LaPresse/AP) – Per conoscere i risultati finali delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti bisognerà attendere almeno fino a mezzanotte della costa est (le 6 del mattino di domani in Italia). Prima di quell’ora, tuttavia, molti indizi potranno far capire da che parte penderà l’ago della bilancia, se per Barack Obama, che corre per la rielezione alla Casa Bianca, o per lo sfidante repubblicano Mitt Romney.

I PRIMI RISULTATI DALLA VIRGINIA. Alle 19 della costa est (l’una di notte in Italia), chiuderanno le urne in sei Stati, ma gli occhi di tutti saranno puntati sulla Virginia, il primo fra gli Stati in bilico dal quale arriveranno i risultati. Già da questi si avrà un’indicazione significativa dell’esito, visto che in palio ci sono 13 grandi elettori.

IL VOTO DECISIVO IN OHIO. Alle 19.30 americane (1.30 in Italia) chiuderanno i seggi in altri tre Stati, fra cui Ohio e North Carolina, che assegneranno al vincitore rispettivamente 18 e 15 grandi elettori. Se la situazione in Ohio sarà combattuta come appare dai sondaggi, c’è la possibilità che il nome del vincitore non sarà noto fino a dopo l’Election day e che la presidenza resti in bilico. Romney ha bisogno di conquistare l’Ohio, nessun repubblicano ha mai ottenuto la Casa Bianca senza vincere in questo Stato del Midwest. Senza l’Ohio, per arrivare alla presidenza Romney sarebbe costretto a vincere in quasi tutti gli altri Stati in bilico e battere Obama in quelli in cui l’attuale presidente appare in vantaggio, come il Wisconsin e l’Iowa. Da parte sua, Obama ha più opzioni per restare a Washington nel caso in cui non vincesse in Ohio. In North Carolina, lo Stato più conservatore fra quelli in bilico, in base agli ultimi sondaggi Romney sembra in vantaggio sul presidente. Qui si scelgono 15 grandi elettori. Obama, che in questo Stato nel 2008 vinse per poco, negli ultimi tempi non vi ha dedicato molta attenzione, ma una sua vittoria potrebbe creare grossi problemi al candidato repubblicano.

FLORIDA E NEW HAMPSHIRE. Alle 20 americane (le 2 in Italia) chiuderanno le urne nel District of Columbia e in 16 Stati, fra cui gli importanti Florida (con 29 grandi elettori) e New Hampshire (quattro grandi elettori). Le zone democratiche della Florida saranno le ultime di cui si conosceranno i risultati, quindi potrebbe essere un errore giungere a conclusioni affrettate nel caso in cui Romney fosse inizialmente in vantaggio. Anche il piccolo New Hampshire è da tenere d’occhio, nonostante porti solo quattro voti. Particolare attenzione va inoltre rivolta alla Pennsylvania, nel caso in cui Romney battesse le aspettative e vincesse. Questo Stato è infatti considerato terreno di vittoria per Obama, ma nell’ultima settimana di campagna elettorale Romney vi ha concentrato molti sforzi, realizzando spot e andando in visita domenica. Anche oggi il repubblicano ha in programma una tappa in Pennsylvania. Guardando alla storia, appare però difficile che Romney qui possa vincere, poiché nessun candidato repubblicano ha mai battuto il suo avversario in Pennsylvania negli ultimi 25 anni.

Alle 20.30 americane (le 2.30) chiudono i seggi in Arkansas, i cui sei grandi elettori sembrano essere saldamente in mano a Romney.

WISCONSIN E COLORADO. Alle 21 della costa est (le 3 in Italia) chiuderanno le urne in 14 Stati, fra cui Colorado e Wisconsin, che portano rispettivamente nove e dieci voti elettorali. I democratici hanno vinto in Wisconsin nelle ultime sei elezioni e Obama è leggermente in vantaggio nei sondaggi di questo Stato, quindi un ribaltamento della situazione sarebbe piuttosto rilevante. In Colorado, in cui quasi l’80% della popolazione ha votato in anticipo, la lotta potrebbe essere più agguerrita perché i sondaggi mostrano i candidati molto vicini. I giovani professionisti e gli ispanici furono decisivi nel 2008 per la vittoria di Obama nel Colorado, ma la situazione economica sembra avere intaccato l’appoggio al presidente. Altri due Stati da osservare sono Minnesota e Michigan, considerati a lungo a favore di Obama ma in cui i repubblicani hanno cercato di fare campagna all’ultimo minuto.

Alle 22 americane (le 4 in Italia) chiudono le urne in quattro Stati, fra cui gli ultimi due considerati in bilico: Iowa e Nevada, che portano entrambi sei grandi elettori al vincitore. Il primo pende a favore di Obama, ma bisogna considerare fattori geografici interni: la zona est è infatti democratica e dovrà reggere agli assalti della parte ovest, a favore di Romney. Il Nevada è invece uno degli Stati su cui il candidato repubblicano dovrà fare affidamento nel caso in cui Obama vincesse in Ohio e Wisconsin. Tuttavia, lo Stato desertico nelle ultime settimane è sembrato incline a dare la vittoria al presidente, grazie a buoni dati sul lavoro e agli elettori ispanici. Una vittoria di Romney in Nevada avrebbe quindi un’influenza molto pesante sul risultato finale delle presidenziali.

Alle 23 della costa est americana (le 5 in Italia) chiuderanno i seggi in cinque Stati occidentali, la maggior parte dei quali a favore del presidente. Stando ai sondaggi, Obama otterrebbe 78 voti elettorali dalla sua vittoria in California, Hawaii, Oregon e Washington, mentre Romney ne riceverebbe solo i quattro dell’Idaho.

All’una di domani ora della costa est (le 7 in Italia), chiuderanno infine i seggi nell’ultimo Stato, l’Alaska. Qui Romney ha la vittoria in mano e dovrebbe ottenere i tre grandi elettori.

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