Atene (Grecia), 7 nov. (LaPresse/AP) – Il Parlamento greco ha approvato il pacchetto cruciale che contiene nuove misure di austerità. Le misure sono state approvate per pochi voti viste le divergenze all’interno dei tre partiti di coalizione al governo. Subito dopo il voto, prima che il conteggio ufficiale venisse annunciato, il partito socialista e il conservatore Nuova democrazia hanno espulso sette deputati perché non in linea con la posizione; i deputati del terzo partito della coalizione invece, il piccolo Sinistra democratica, hanno votato perlopiù ‘presente’, astenendosi in sostanza dalla votazione. L’approvazione del pacchetto era ritenuta dal governo un passaggio fondamentale per assicurare al Paese la possibilità di continuare a ricevere gli aiuti da parte dei creditori internazionali. Senza i prestiti, ha avvertito il premier Antonis Samaras, le casse della Grecia saranno vuote il 16 novembre.

Scontri fra manifestanti e polizia si erano verificati nel tardo pomeriggio a piazza Syntagma nel secondo giorno di sciopero generale e mentre il Parlamento si appresta ad approvare nuove misure di austerità. Circa 80mila persone si sono radunate nella centrale piazza per dire no ai nuovi tagli. Alcuni dei dimostranti hanno lanciato bombe incendiarie e pietre contro la polizia, che ha risposto con granate stordenti e gas lacrimogeni. Gli agenti hanno inoltre usato un cannone ad acqua, cosa che in Grecia non avveniva da molti anni.

Il nuovo pacchetto di austerità da 13,5 miliardi di euro rientra nelle richieste della troika come condizione per proseguire l’erogazione del prestito di salvataggio. Comprende consistenti tagli alle pensioni e aumenti di tasse, un innalzamento dell’età pensionabile di due anni a 67 anni, nonché provvedimenti che faciliteranno il licenziamento e il trasferimento di dipendenti pubblici. Una profonda recessione continua in Grecia da quasi sei anni e il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 25%. Secondo i partiti dell’opposizione, i tagli alle pensioni e ai sussidi proposti dal governo sono incostituzionali e il documento contenente le misure, lungo alcune centinaia di pagine, era troppo complesso per poter essere valutato in una singola seduta.

Per l’approvazione bastava una maggioranza semplice e l’esecutivo guidato dal conservatore Antonis Samaras è sostenuto da 176 parlamentari sui 300 che compongono l’assemblea legislativa. Senza Sinistra Democratica, che pur sostenendo il governo ha espresso la sua contrarietà al pacchetto, la manciata di socialisti con Samaras e i conservatori hanno insieme 160 voti, che sarebbero ancora sufficienti se non pesasse l’incertezza su alcuni dissidenti interni. Stamane il parlamentare del partito di centro-destra Nuova Democrazia, Constantinos Tassoulas, ha aperto la dicussione sostenendo che “votare a favore delle misure di austerità è un dovere”. Secondo invece Zoi Constantopoulou, del principale partito di opposizione della sinistra radicale Syriza, “si tratta di un ricatto”.

Samaras ha spiegato che senza la prossima rata di aiuti internazionali da 31,5 miliardi di euro, le casse della Grecia saranno vuote già il 16 novembre. Tuttavia, anche con l’approvazione arrivata dal Parlamento, è improbabile che la Grecia riceverà la nuova rata del prestito di salvataggio prima del 16 novembre. Il pagamento dovrebbe essere approvato durante il meeting dell’Eurogruppo lunedì 12 novembre. Il voto dei ministri delle Finanze dipenderà però da un rapporto degli ispettori della troika, che potrebbe non essere pronto in tempo. Alcuni Paesi dell’eurozona, inoltre, possono approvare il pagamento della rata soltanto dopo aver ricevuto l’ok dai loro Parlamenti nazionali. In Germania, ad esempio, il voto in materia non è previsto prima del 19 novembre. Di conseguenza l’Ue o la Banca centrale europea potrebbero essere costrette a intervenire con qualche tipo di finanziamento temporaneo.

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