Belgrado (Serbia), 17 nov. (LaPresse/AP) – Un gruppo di nazionalisti serbi ha dato fuoco a una bandiera croata per protestare contro la decisione del tribunale penale dell’Aia di assolvere in secondo grado i generali croati Ante Gotovina e Mladen Markac. I due erano stati condannati l’anno scorso per crimini contro l’umanità e crimini di guerra nei confronti di civili serbi. Oggi, centinaia di sostenitori del Partito radicale serbo hanno marciato di fronte al palazzo della presidenza nel centro di Belgrado per chiedere che il governo abbandoni il piano di unirsi all’Unione europea e tagli i legami con la corte dell’Aia. La folla ha mostrato cartelli con le scritte ‘Stop all’Aia’ e ha cantato slogan nazionalisti in sostegno del leader del partito, Vojislav Seselj, a sua volta a processo per il ruolo nelle atrocità commesse contro cittadini non serbi durante la guerra.

“Questo avrà conseguenze serie per la riconciliazione nella regione”, ha commentato il primo ministro serbo Ivica Dacic, che poi ha aggiunto: “Come può qualcuno chiedere che noi condanniamo tutti i crimini e agli altri è permesso non condannare i crimini contro i serbi?”. “La Serbia – ha commentato invece Nemanja Sarovic, del Partito radicale – non ha fatto nulla per aiutare i suoi eroi imprigionati all’Aia”. Questa sera una protesta di un altro gruppo di estrema destra è stata tenuta davanti al quartier generale dell’Unione europea.

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